CONGRESSO SIAARTI: "IL 90% DELLE PARTORIENTI NE FA RICHIESTA"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 ott. - La moderna analgesia
epidurale, che consente un parto senza dolore, mantenendo allo
stesso tempo la sensibilita' e la capacita' di muoversi della
donna durante il travaglio, e' offerta solo dal 16% delle
strutture ospedaliere pubbliche e convenzionate italiane. Eppure
nelle strutture che offrono questo servizio, in modo gratuito e
continuativo, in media il 90% delle partorienti ne fa richiesta.
Un parto senza dolore e' un diritto, sancito dal Comitato
Nazionale di Bioetica, ma di fatto la sua attuazione varia da
regione a regione. La Lombardia, per esempio, stanzia 5 milioni
di euro all'anno distribuiti a tutti i punti nascita mediante
integrazione del DRG del parto vaginale al fine di promuovere
l'analgesia in travaglio. Il Veneto, con un meccanismo
distributivo analogo, solo nello scorso anno, ha stanziato fondi
per 1 milione di euro. L'Emilia-Romagna ha invece emesso delle
linee guida per avere un punto nascita che offra l'analgesia
epidurale in ogni Provincia. Recentemente, nel luglio scorso, la
Sicilia ha emanato un decreto che rinegoziando i DRG pone al
primo posto il rimborso regionale per il parto spontaneo con
analgesia, seguito dal parto spontaneo e poi dal taglio cesareo,
nel tentativo di ridurre cosi' il numero dei parti cesarei e di
valorizzare il parto senza dolore. Questo il quadro attuale nel
nostro Paese, emerso in occasione della tavola rotonda "Partorire
senza dolore in Italia" tenutosi nel corso del 65^ Congresso
della Societa' italiana di anestesiologia (Siaarti), che si e'
tenuto a Parma nei giorni scorsi.
Eppure l'Italia e' all'avanguardia per quanto riguarda
l'applicazione degli ultimi sviluppi tecnici in ambito di
analgesia epidurale. "In Europa il nostro e' il primo Paese a
introdurre la nuova tecnica PIEB associata alla PCEA- spiega
Giorgio Capogna,coordinatore nazionale per il parto senza dolore
della Siaarti- Le nuove tecniche permettono alla donna di
ottenere un effetto di analgesia costante e di personalizzare
somministrazione dell'analgesico a seconda delle proprie
esigenze. Vengono cosi' evitati anche i brevi momenti di dolore
che potevano insorgere con la tecnica epidurale tradizionale,
quando la partoriente doveva attendere l'intervento del medico
per ricalibrare la dose di analgesico".
Affinche' il parto in analgesia diventi un effettivo diritto
delle donne, si muove con forza anche l'O.N.Da, l'Osservatorio
Nazionale sulla salute della Donna, sviluppando il progetto
Ospedale Donna, che prevede la ricerca, attraverso una attenta
valutazione, delle strutture ospedaliere a misura di donna.
O.N.Da. assegna uno, due o tre bollini rosa ai centri di cura che
mostrino un particolare interesse alla salute femminile. Dallo
scorso anno un requisito fondamentale per l'ottenimento di 3
bollini e' proprio la presenza del parto in analgesia epidurale
come possibilita' offerta gratuitamente alle donne.
(Wel/ Dire)