IL I^ MASTER UNIVERSITARIO PROMOSSO DAL CAMPUS BIO-MEDICO ROMA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 ott. - Arrivano anche in
Italia i medici di famiglia con il "bollino blu", come succede
gia' in buona parte d'Europa. Il 'bollino' e' garantito proprio
dalla formazione universitaria. "Ad abbattere il muro che fino ad
oggi ha diviso il mondo accademico da quello della formazione dei
medici di medicina generale" e' il primo master universitario di
II livello in Medicina generale promosso dalla facolta' di
Medicina e Chirurgia e dalla scuola di Formazione continua
dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma, oltre che dal Centro
di formazione regionale per la Medicina generale". L'iniziativa
e' stata presentata ieri, alla presenza del ministro della
Salute, Ferruccio Fazio.
Un "progetto pilota", al quale collabora la Societa' Italiana
di Medicina generale (Simg). Secondo il presidente
dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma, il professor Paolo
Arullani, "l'iniziativa costituisce il primo passo per un
incontro del mondo accademico con quello delle scuole regionali,
finalizzato ad avviare la formazione specialistica dei medici di
medicina generale e a promuovere la medicina del territorio
ponendola al centro del nostro sistema sanitario". "Un compito
formativo- assicurato Arullani- che l'Universita' Campus
Bio-Medico e' pronta a svolgere anche agendo in joint venture con
altre Universita' italiane, mettendo a disposizione il know how
fornito dal primo master presentato oggi".
La Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e
odontoiatri ha proprio in questi giorni studiato la curva
anagrafica dei medici di medicina generale e ha scoperto che tra
il 2015 e il 2025 (gia' domani per chi si occupa di
programmazione sanitaria) circa 25 mila medici di famiglia
andranno in pensione e non saranno rimpiazzati per mancanza di
giovani medici formati in medicina generale. Il che significa che
circa 11 milioni di italiani resteranno senza medico di famiglia,
soprattutto in campagna o nelle zone di montagna dove i servizi
sono gia' al minimo.
"Per entrare a far parte della serie A medica d'Europa i
medici di famiglia italiani- dichiara il professor Claudio
Cricelli, presidente della Simg, che ha attivamente collaborato
per l'attivazione del master- devono poter contare su una
formazione professionale specifica di alto livello che solo
l'Universita' puo' garantire, istituendo Dipartimenti di Medicina
generale nel rispetto delle norme Ue".
"E sarebbe bene- rimarca Paola Binetti, deputato Udc e docente
di Storia della Medicina dell'Universita' Campus Bio-Medico- che
il superamento dei corsi di formazione universitaria divengano in
qualche modo discriminanti nella formulazione delle graduatorie
che danno accesso alla professione".
L'iniziativa del Campus e' stata accolta con favore anche
dalla Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia, il quale si
"augura che i contenuti appresi nel corso non si riducano
all'accumulo dei crediti formativi ma siano spendibili nel
percorso istituzionale e contrattuale che il sindacato sta
costruendo".
"Fermo restando- specifica Pierluigi Bartoletti, segretario
della Fimmg Lazio- che l'Universita' deve fare quello per cui e'
nata: la formazione, compresa quella dei medici di famiglia, per
favorire la loro massima integrazione con specialisti ed
ospedalieri".
Ma come saranno i nuovi medici di famiglia italiani
specializzati? Il master offre un ulteriore grado di preparazione
a coloro che, dopo l'abilitazione regionale, intendano impegnarsi
in responsabilita' non solo professionali ma anche didattiche e
gestionali nell'ambito della medicina di base, forti di un titolo
a valenza universitaria. Competenze fondamentali in una sanita'
che in Italia, come altrove, va sempre piu' puntando sulla
medicina del territorio rispetto all'Ospedale. In particolare gli
obiettivi didattici del corso sono quelli di formare medici in
grado di: sviluppare una visione professionale orientata alla
promozione della salute ed alla prevenzione attraverso gli stili
di vita; orientarsi correttamente nell'ambito della promozione
della salute, diagnosi clinica e strumentale e delle indicazioni
terapeutiche nelle patologie tipiche della medicina del
territorio; acquisire approfondita conoscenza delle metodiche
diagnostiche e dell'iter terapeutico, anche in termini di
costo/efficacia; disporre di elementi di valutazione e di
utilizzo delle tecnologie applicate allo sviluppo professionale
della Medicina generale.
Il corso e' suddiviso in 15 moduli (da 'medicina di famiglia e
territorio' a 'gestione delle principali malattie endocrine con
focus su diabete e tireopatie', fino a 'nuove tecnologie
applicate alla medicina generale') piu' uno di indirizzo.
(Wel/ Dire)