(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 ott. - "Obiettivo colpire i
"veri" invalidi". Sarebbe questa secondo la Ledha, Lega per la
difesa dei diritti delle persone con disabilita', l'intenzione
dell'Inps che attraverso due note inviate alle sedi territoriali
ha stabilito che "per ottenere l'accertamento di invalidita'
civile - si legge in un comunicato della Ledha - occorrera'
essere sottoposti a due visite: una da parte delle commissioni
Asl, l'altra da parte di una commissione Inps (Circolare
131/2009)", mentre "con le Linee Guida operative in Invalidita'
Civile - aggiunge la Ledha -, l'Inps reintroduce i contenuti di
un emendamento alla Legge Finanziaria del giugno scorso
cancellato dal Parlamento, emendamento che di fatto metteva in
discussione l'indennita' di accompagnamento". La denuncia della
Lega per la difesa dei diritti delle persone con disabilita' e'
diretta e senza mezzi termini. "L'Inps non contenta di proseguire
nella sua campagna di verifiche vessatorie sui "veri" invalidi -
si legge nel comunicato - ha deciso di essere piu' realista del
Re (il Ministro dell'economia Giulio Tremonti)".
Secondo il presidente dell'organizzazione Fulvio Santagostini,
"vengono chiamati a visita di revisione per l'invalidita' civile
persone ricoverate in Rsd o in carica a Cdd; vengono chiamati a
visita di verifica persone con disabilita' molto gravi che hanno
ottemperato all'invio della documentazione richiesta". Per la
Ledha, "con questi requisiti sanitari, di fatto, si cancella
l'indennita' di accompagnamento per la gran parte dei cittadini
italiani con grave disabilita' che, quotidianamente a costo di un
enorme fatica, cercano di conquistarsi quegli spazi di autonomia
che la loro disabilita' permette". Le modifiche introdotte dalle
note riguarderebbero "i criteri per la valutazione delle
condizioni per la concessione dell'indennita' di accompagnamento,
ed in particolare i concetti di impedimento a deambulare ed il
compimento degli atti della vita quotidiana. Nel primo caso si
da' indicazione che l'impossibilita' di deambulare senza l'aiuto
di un accompagnatore deve essere permanente e non prevedere
l'utilizzo di nessun ausilio che possa rendere la persona con
disabilita' anche in minima parte autonomo. Questo significa che
chi deambula lentissimamente e con enorme fatica con l'aiuto di
un tripode, di due stampelle o di altri ausili, non potrebbe piu'
ottenere l'indennita' di accompagnamento". Nel caso degli atti
della vita quotidiana, invece, "l'Inps indica nella presenza di
una assistenza continuativa e nella impossibilita' di compiere il
"complesso" degli atti quotidiani come nuovo criterio di
discrimine uno dei requisiti indispensabili per poter ottenere il
riconoscimento del diritto a ricevere l'indennita' di
accompagnamento. Questi concetti contraddicono e rendono vani i
percorsi riabilitativi che si pongono l'obiettivo di riuscire a
far raggiungere ad una persona con disabilita' grave, il massimo
dell'autonomia possibile attraverso anche l'utilizzo di ausili".
"Tutto questo e' gravissimo - afferma Santagostini - sia perche'
l'Inps non rispetta una decisione del Parlamento Italiano, sia
perche' e' l'ennesima dimostrazione che l'obbiettivo primario non
e' quello di scovare e colpire i falsi invalidi, ma di
risparmiare sulla pelle e sulla dignita' della qualita' della
vita delle vere persone con disabilita' di questo Paese. Per
questo abbiamo chiesto l'istituzione di un tavolo di confronto
con la Regione Lombardia, l'Inps e le Associazioni piu'
rappresentative delle persone con disabilita'".
(www.redattoresociale.it)
(Wel/ Dire)