(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 ott. - Nelle grandi
emergenze, in caso di catastrofi, l'attenzione va alle perdite
umane e materiali e non abbastanza al controllo del dolore,
sempre presente in queste occasioni. Se ne e' parlato a Parma,
durante il Congresso della Societa' italiana di anestesia,
analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), che si e'
svolto in questi giorni. Di medicina delle maxiemergenze e delle
catastrofi se ne sono occupati prevalentemente gli anestesisti,
in prima linea in caso di catastrofi, soprattutto nella fase
della risposta iniziale.
"Medicina dei disastri, medicina delle maxiemergenze, medicina
delle catastrofi sono tante le definizioni per parlare di quella
disciplina - si legge nel comunciato della Societa' - che ha
l'obiettivo di intervenire in situazioni eccezionali per portare,
nel tempo piu' rapido, il maggior beneficio al maggior numero di
pazienti al fine di ottenere una riduzione critica della
mortalita' e della morbilita'. Una disciplina, purtroppo, di
particolare attualita' negli ultimi anni in cui non solo le
calamita naturali, ma anche quelle tecnologiche e quelle
improvvidamente provocate dall'uomo hanno sempre piu' spesso reso
necessari questo tipo di interventi".
Nel corso dell'assise ampio spazio e' stato dato proprio al
ruolo dell'anestesista-rianimatore "fondamentale - prosegue la
nota - nella fase di emergenza non solo per la sua capacita' di
saper e poter gestire le condizioni di grave compromissione
emodinamica e respiratoria, ma anche per la sua capacita' di
coordinare l'e'quipe multidisciplinare chiamata a gestire un
evento complesso con coinvolgimento di piu' vittime." I report
scientifici relativi alla risposta sanitaria negli ultimi eventi
catastrofici, come il terremoto della Cina nel 2008 e quello di
Haiti nel gennaio 2010, hanno dimostrato come la conoscenza della
medicina dei disastri non e' cosi' diffusa. "La risposta - si
legge ancora nel comunicato - potrebbe essere meglio coordinata
e strutturata con una migliore formazione tanto nell'ambito
specialistico quanto di base, essenziale per garantire la
migliore risposta sanitaria."
"In una situazione di maxiemergenza le condizioni in cui gli
operatori sanitari si trovano ad intervenire - afferma Francesco
Della Corte, Direttore del Dipartimento di emergenza dell'Azienda
Maggiore della Carita' di Novara e del Centro di ricerca e
formazione in 'Medicina dei Disastri' dell'Universita' del
Piemonte Orientale - sono veramente eccezionali. Il medico si
trova a fare i conti con la improvvisa sproporzione tra le
risorse disponibili (umane, farmaci, sangue), insufficienti in
relazione alle esigenze di soccorso immediato; la severita' della
situazione puo' essere cosi' elevata che la normale qualita' dei
servizi sanitari non puo' essere garantita a lungo nonostante
l'adozione di misure adeguate." In queste situazioni medici e
operatori si trovano spesso ad lavorare in un ambiente ostile,
dovendo fare in assoluta rapidita' interventi gia' complessi in
una situazione normale. Ogni atto comunque deve essere coordinato
secondo regole di comando e controllo che rendano queste
situazioni eccezionali affrontabili nel migliore dei modi
possibili per ottenere i risultati sperati. Secondo gli esperti
della Siaarti, "cio' puo' avvenire soltanto con un'idonea
programmazione, un'adeguata formazione e la responsabilizzazione
di tutte le competenze sanitarie e logistiche chiamate a
rispondere a questi eventi."
(Wel/ Dire)