(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 11 ott. - L'anoressia e la
bulimia sono un fenomeno in crescita che colpisce migliaia di
giovanissimi, per lo piu' ragazze, fin dall'eta' puberale. Ed in
molti casi si tratta di ragazze spesso spinte a questo tipo di
comportamenti alimentari patologici da una molteplicita' di
messaggi con i quali la magrezza viene enfatizzata come un valore
sociale positivo.
L'anoressia e la bulimia non sono solo inquadrabili come disturbi
alimentari che si manifestano, l'una con il rifiuto di
alimentarsi fino al rischio di morire e, l'altra con l'impulso di
mangiare quantita' seriali di cibo da eliminare poi con il vomito
autoindotto piu' volte al giorno, ma devono ormai essere
considerate malattie sociali che oggi vedono sei nuovi casi di
anoressici ogni 100 milaabitanti e dodici nuovi casi di bulimici
ogni 100 milaabitanti. Proprio perche' esistono siti che si
spingono addirittura a "promuovere" anoressia e bulimia, Maria
Rizzotti del Pdl propone di introdurre nel codice penale il reato
di istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a
provocare queste malattie sociali.
Cosi', un apposito disegno di legge, dal 7 ottobre al vaglio
della commissione Sanita' del Senato, prevede che chiunque, con
qualsiasi mezzo, anche per via telematica, determini o rafforzi
in altre persone il proposito di ricorrere a pratiche di
restrizione alimentare prolungata, idonee a procurare l'anoressia
o la bulimia, e ne agevoli l'esecuzione, dovra' essere punito con
la reclusione fino ad un anno. Se i messaggi subdoli
influenzeranno una persona minore di quattordici anni o una
persona priva della capacita' di intendere e di volere, si
applichera' una pena fino a due anni. Nelle intenzioni dei
promotori, queste nuove disposizioni dovranno servire alle Forze
di polizia per agire in modo tempestivo e mettere in atto una
serie di misure di contrasto all'incitamento a comportamenti
alimentari che possono minacciare gravemente la salute fino a
compromettere in modo irreversibile l'integrita' psico-fisica
delle persone colpite - nella maggior parte dei casi ragazze
minorenni -, al punto da provocarne, nei casi piu' estremi, la
morte.
Misure queste che servono - si legge nella relazione che
accompagna l'atto parlamentare - a contrastare la diffusione
esponenziale dei siti "pro Ana" (personificazione dell'anoressia)
e "pro Mia" (analogo appellativo utilizzato per la bulimia) sulla
rete internet. Pro Ana e Pro Mia sono, l'ultima tragica moda nata
negli Stati uniti d'America, con i quali milioni di giovanissimi
in tutto il mondo attraverso siti, blog e chat, incitano e
diffondono comportamenti anoressici e bulimici di origine
nervosa. Sono sotto accusa gli oltre 300.000 siti che, in Italia,
danno consigli pratici per il perseguimento ossessivo e
compulsivo della perdita di peso, ricorrendo a pratiche di
restrizione alimentare prolungata, tali da provocare l'anoressia
o la bulimia nervosa. Questi siti indicano, attraverso manuali,
le metodologie piu' opportune per celare i comportamenti
anoressici alla famiglia, alla scuola e al contesto sociale e per
sfuggire ai controlli medici e celebrano il raggiungimento dei 35
chili di peso come ideale e conquista.
(Wel/ Dire)