(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 7 ott. - Riprogettare un nuovo
sistema di welfare basato su piu' pilastri e chenon garantisca
meno protezione ai cittadini. Questa l'idea espressa dal
segretario generale dell'Adiconsum e vice presidente del Forum
Ania-Consumatori, Paolo Landi, nell'ambito del convegno "Gli
scenari del welfare: tra nuovi bisogni e voglia di futuro". Per
costituire "un sistema di sussidiarieta' tra pubblico e privato
che consenta di salvaguardare mutualita' e solidarieta'", Landi
ha parlato dunque di un "sistema di welfare basato su piu'
pilastri": "Quello principale dell'assistenza garantita e di base
che resta in capo allo Stato, a cui si affianca un secondo
pilastro di welfare decentrato su base categoriale o territoriale
che possa integrare quello nazionale, come gia' avvenuto nella
previdenza integrativa".
Un terzo pilastro e' poi "quello assicurativo" che deve pero'
"svilupparsi in un quadro di norme e di informazione trasparenti
sui costi effettivi, sui rendimenti e sui rischi". Per quanto
riguarda invece il quarto pilastro, Landi ha parlato
"dell'apporto del volontariato, che in alcuni settori, dalla
salute all'assistenza, riveste un ruolo insostituibile che
affianca e in molti casi sostituisce quello della famiglia".
"L'idea del sistema misto e' passata, anche se questo sistema
misto non e' ancora chiaro" ha detto invece Giuseppe De Rita,
presidente del Censis e vice presidente del Forum
Ania-consumatori, che ha aggiunto: "C'e' qualcosa che non
convince. Sembra piu' espressione retorica e di volonta' piu' che
una vera prospettiva". Quanto ai risultati dell'indagine
realizzata dal Censis per conto del Forum Ania consumatori e
presentata nel corso della mattinata, De Rita ha ricordato che
ancora oggi "il 90% della popolazione italiana per quanto
riguarda il welfare si fida solo dello Stato", precisando poi che
ci troviamo di fronte a un "sistema che non accetta la sfida del
privato e il problema dell'autosufficienza la risolve con le
badanti". Inoltre, ha sottolineato il presidente del Censis, "il
cittadino e' un grande personalizzatore, il bisogno e' personale
ma non viene privatizzato". De Rita ha ricordato anche che i
cinque protagonisti del nuovo welfare - la politica, i cittadini,
il privato, gli enti locali e le imprese sociali - si muovono
ciascuno sulla base di una propria logica. "Come si fa cosi' a
fare il welfare mix?".Sull'apparente contraddizione tra
l'auspicato intervento dei privati per un welfare piu' efficiente
e la grande fiducia nel sistema pubblico, De Rita puntualizza:
"C'e' un fatto psicologico fondamentale: il singolo si sente
coperto solo se all'interno di una tutela pubblica. In linea di
principio la tutela appartiene alla sfera pubblica: la
responsabilita' politica e' del pubblico mentre la strumentazione
operativa puo' essere anche del privato".
"Restiamo una societa' che invecchia", ha affermato il
segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha poi
precisato: "Una societa' che invecchia e che ha una scarsissima
mobilita' sociale ha una percezione diversadei problemi e dei
rischi rispetto a una societa' giovane". Ma il segretario
generale della Cgil ha anche ricordato che siamo in presenza di
una "somma di bisogni che crescono e si differenziano" e di un
"problema dell'insicurezza che sale". "Con la crisi la gente ha
avuto piu' bisogno dello Stato", ha aggiunto Epifani. "Ma come
poteva essere il contrario? - ha domandato -. Se anche le banche
e la finanza hanno avuto bisogno dello Stato,come si poteva
immaginare che il cittadino non dovesse pensare che c'e' uno
Stato che si preoccupa di lui?". La crisi, poi, ha ricordato che
il nostro sistema di ammortizzatori sociali e' ineguale e che,
sul piano della previdenza, "non si possono cumulare tutti i
rischi sui giovani: quelli connessi al contributivo puro, quelli
connessi alla previdenza e quelli connessi a carriere cosi'
diseguali".
Quanto alla sanita', invece, "le diseguaglianze sono legate alla
capacita' di gestione, ci sono regioni in cui non funziona la
sanita' pubblica e neanche quella privata" e lo stesso vale per
"per i sistemi socio sanitari". "Andiamo verso una fase di
crescita scarsa e di risorse pubbliche ancora piu' scarse" ha
detto in conclusione il numero uno della Cgil, aggiungendo che
"non si puo' continuare a pensare a un Pubblico in cui il
cittadino resti passivo", perche' in un "welfare moderno" il
"cittadino deve essere attivo e consapevole del proprio ruolo".
(Wel/ Dire)