(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 ott. - I social network sono
virtuosi per l'educazione alla salute, ma a certe condizioni. Lo
dimostra uno studio statunitense del Massachusetts Institute of
Technology pubblicato su 'Science', condotto da Damon Centola,
assistente professore presso il MIT Sloan School of Management
(Stati Uniti), che e' giunto a una nuova conclusione: gli
individui sono tanto piu' propensi ad adottare comportamenti
salutari, quanto piu' fitti sono i contatti delle reti sociali
che frequentano. La presenza di informazioni ripetitive e le
discussioni ridondanti, a lungo ritenute superficiali e poco
efficienti dagli esperti rispetto allo spessore di legami
duraturi nel tempo, sono invece la chiave di volta per adottare
nuovi comportamenti. Lo studio di Centola ha previsto diversi
esperimenti partendo da una comune web community di sua
progettazione. Ai 1.528 partecipanti arruolati, con vari
interessi nel campo della salute, sono stati assegnati profili
anonimi e amici con le stesse preferenze, sulle cui attivita'
sono stati regolarmente aggiornati tramite un servizio di
notificazione online. Lo scienziato li ha divisi in due gruppi,
uno destinato al social network caratterizzato da amicizie di
lunga data e l'altro a una rete sociale densa di scambi e nuovi
contatti, che sono stati sottoposti a sei distinti esperimenti
nel corso di alcune settimane. Scopo dell'esperimento era di
verificare il numero delle registrazioni a un forum online sulla
salute che proponeva una scelta di fonti informative di diversa
qualita'. I risultati sono stati confortanti: ben il 54% dei
membri delle reti allargate contro il 38% delle amicizie assidue
ha aderito al forum. Non solo: l'acquisizione di nuove amicizie
da parte del primo gruppo e' stata quattro volte piu' rapida e la
regolarita' della sua frequentazione aumentava in proporzione ai
contatti, passando, per esempio, dal 15 a oltre il 40% se a un
amico se ne aggiungevano altri due. Lo scienziato lo considera un
fenomeno su larga scala che opera a diversi livelli, perche'
nelle reti complesse l'informazione raggiunge piu' persone in
breve tempo e, allo stesso tempo, la frequenza dei contatti
rinforza e avvalora i contenuti scambiati. E questo avra' delle
ripercussioni importanti sulle scelte di politica sanitaria,
perche', come fa notare Centola. Tradotto nel linguaggio
scientifico delle reti sociali "un contagio semplice si trasmette
con un contatto singolo, mentre un contagio complesso richiede
un'esposizione multipla per poter essere trasmesso". Nel
linguaggio della prevenzione sanitaria, cio' significa che, se
per la trasmissione di una malattia puo' bastare anche un singolo
contagio, per la sua prevenzione occorre un contagio complesso di
informazioni costituito dallo scambio degli stessi contenuti tra
il maggior numero possibile di utenti. Le partite di screening e
prevenzione si giocheranno, dunque, in futuro all'interno di reti
sociali complesse, che "andranno riprogettate per diffondere le
buone pratiche di salute" conclude Centola, anticipando il
contenuto del suo prossimo lavoro.
(Wel/ Dire)