OLTRE 50 INTERVENTI DI CHIRURGIA GENERALE-ENDOSCOPIA-GINECOLOGIA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 25 nov. - Proseguono le
attivita' per i militari italiani di "quattro stelle per
l'Uganda", la missione umanitaria che vede impegnati, al fianco
dell'Ong italiana Fondazione Avsi, medici ed infermieri di
Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, per la prima volta
insieme in Africa. Oltre cinquanta le operazioni chirurgiche gia'
effettuate: asportazioni di utero e di tiroide, plastiche, ernie
di vario genere, endoscopie. Diverse decine anche le ecografie e
le visite ginecologiche, molte delle quali propedeutiche alle
operazioni stesse, le visite e gli interventi di ortopedia, i
prelievi sanguigni e le analisi di laboratorio.
Questo il bilancio della missione, che proseguira' fino al 5
dicembre prossimo presso l'ospedale St. Joseph di Kitgum,
cittadina del nord del Paese dove la Fondazione Avsi e' presente
da anni con diversi progetti di cooperazione e sviluppo, non
solo sanitari. Al centro dell'iniziativa umanitaria tra il
ministero della Difesa italiano e l'Avsi, la formazione del
personale sanitario dell'ospedale, soprattutto infermieri ed
assistenti, risorse fondamentali e preziose in un contesto dove i
medici sono pochissimi e devono confrontarsi quotidianamente con
diverse problematiche ed emergenze sanitarie, malattie come Aids,
malaria ed epatite e frequenti casi di epidemie.
"Importante, in tale ambito - si legge nella nota ufficiale
dell'Aeronautica - anche l'accrescimento professionale per i
giovani medici presenti tra i militari italiani, un'esperienza
sul campo fondamentale per operare al meglio nelle missioni
internazionali e in tutti quei contesti operativi lontani dai
confini nazionali, le cui condizioni di lavoro sono difficilmente
riproducibili in patria". Nei prossimi giorni, inoltre, in
coordinamento con la Direzione dell'ospedale e con i responsabili
locali di Avsi, partiranno una serie di attivita' di screening
medico della popolazione, rivolto in particolare ai bambini e
alle giovani mamme, sia presso gli ambulatori del St Joseph sia
direttamente nei villaggi.
E sabato 27 novembre verranno festeggiati i 50 anni di
attivita' dell'ospedale St. Joseph, struttura nata negli anni
sessanta per opera dei Comboniani come dispensario pediatrico
che, durante gli anni della guerra civile, ha garantito i servizi
di base alla popolazione salvando migliaia di vite umane ed oggi
e' uno dei punti di riferimento sanitari in tutta la regione.
Avsi sostiene da molti anni la struttura ospedaliera in forza di
un accordo con la locale Diocesi. Alla cerimonia parteciperanno
numerose autorita' del governo ugandese e rappresentanze dei
Paesi che attraverso la cooperazione internazionale nel corso
degli anni hanno contribuito a sostenere lo sforzo dell'ospedale,
tra cui Unione Europea, Italia, Stati Uniti, Olanda, UK, Canada,
Spagna, Francia, Germania e Austria.
Il gruppo e' composto da 20 militari, tra medici, infermieri
ed addetti alla logistica, e 2 chirurghi civili. Partiti da Roma
sabato 20 novembre con un C- 130J dell'Aeronautica Militare, i
partecipanti alla missione sono giunti dopo circa quindici ore di
volo e due scali tecnici a Gulu, su una pista in cemento
costruita dalle Nazioni Unite negli anni '60 ed unica pista di
atterraggio disponibile prima di spingersi verso il confine
settentrionale con il Sudan. Da li', con mezzi messi a
disposizione dalla Cooperazione italiana per lo sviluppo del
ministero Affari Esteri, e' iniziato il trasferimento a Kitgum
del personale e delle oltre dieci tonnellate di materiale
sanitario ed aiuti umanitari, circa tre ore di viaggio per
coprire neanche cento chilometri di strada sterrata.
(Wel/ Dire)