(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 nov. - Medici ed infermieri
di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, per la prima
volta insieme per una missione umanitaria in Africa.
L'iniziativa, denominata "4 stelle per l'Uganda", come quattro le
forze armate che vi prendono parte, nasce da un progetto di
collaborazione tra il Ministero della Difesa italiano e la
Fondazione AVSI, organizzazione non governativa italiana
impegnata con oltre 100 progetti di cooperazione allo sviluppo,
soprattutto nel campo dell'educazione e della promozione della
dignita' umana, in 38 paesi del mondo di Africa, America Latina e
Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia.
Il gruppo - composto da 20 militari, tra medici, personale
sanitario ed addetti alla logistica, e 2 medici civili - partira'
con un C-130J dell'Aeronautica Militare dall'aeroporto di Pratica
di Mare nella mattinata di oggi e, dopo uno scalo tecnico in
Egitto, arrivera' domani a Gulu, la seconda citta' ugandese ed
unica testa di ponte per raggiungere in aereo il nord del paese.
Da li', con mezzi messi a disposizione dalla Cooperazione
Italiana allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri, la missione
raggiungera' l'ospedale St. Joseph di Kitgum, circa 100
chilometri a nord-est di Gulu, tre ore di fuoristrada in questa
parte finale della stagione umida. A bordo del velivolo, oltre
alle attrezzature mediche e ai farmaci necessari per gli
interventi, ci saranno oltre dieci tonnellate di materiale reso
disponibile da importanti industrie farmaceutiche ed alimentari
italiane e da privati, che verra' donato alle strutture e agli
operatori locali.
Il programma della missione, concordato preventivamente con
l'Avsi e la direzione dell'ospedale, prevede gia' a partire dal
22 novembre, lunedi', visite ed interventi di chirurgia generale,
endoscopia, ginecologia, ortopedia ed attivita' di laboratorio
analisi. Secondo fonti locali, sono gia' centinaia i pazienti in
cammino dai villaggi limitrofi per essere visitati.
L'ospedale St. Joseph, che proprio quest'anno festeggia 50
anni di attivita', e' stato uno dei punti di riferimento per la
popolazione durante i venti anni di guerra civile che hanno
sconvolto il nord del Paese, e continua ad esserlo contro nemici
purtroppo ancora forti come malaria, epatite e soprattutto Aids.
La missione, coordinata dalla Direzione Generale della Sanita'
Militare, e' stata pianificata dal Comando operativo di vertice
interforze (Coi) dello Stato Maggiore Difesa, che ne detiene
anche il comando operativo. Il coordinamento dei voli militari di
andata e ritorno e' stato invece effettuato dalla Sala Situazioni
dello Stato Maggiore Aeronautica.
Nell'ambito della missione, ed e' uno degli obiettivi piu'
importanti, verra' sviluppato un progetto di formazione grazie al
quale i numerosi giovani medici presenti tra i militari italiani
ed il personale dell'ospedale potranno ampliare il proprio
bagaglio di conoscenze ed esperienze lavorando al fianco dei
colleghi militari e civili piu' esperti.
Uno scambio professionale importante, questo, non solo per i
medici italiani, che potranno cosi' accrescere quell'esperienza
sul campo fondamentale per operare al meglio in tutti i contesti
operativi lontani dai confini nazionali, ma anche per i locali,
soprattutto infermieri ed assistenti, figure sanitarie preziose
per i pochi medici che normalmente e' possibile trovare negli
ospedali africani.
"Essere vicini ad Avsi per alleviare le sofferenze della
popolazione locale e' ovviamente la nostra priorita', ma vogliamo
anche dare continuita' nel tempo al nostro intervento. In questi
contesti formare un infermiere, un ferrista o un anestesista puo'
voler dire salvare molte vite umane in futuro", le parole del
coordinatore della missione, generale Ottavio Sarlo, direttore
generale della sanita' militare e capo del Corpo sanitario
aeronautico. Il personale sanitario militare, oltre che dal Coi e
dalla direzione generale di sanita', proviene per gran parte
dall'Ospedale Militare Celio di Roma e dai Servizi Sanitari delle
rispettive Forze Armate. Da Roma anche i due medici civili, un
chirurgo generale della Clinica Nuova Itor e docente
dell'Universita' 'La Sapienza' ed un aiuto chirurgo sempre della
Clinica Nuova Itor.
(Wel/ Dire)