(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 nov. - Pediatri troppo
spesso ciechi di fronte a casi di maltrattamento e abuso: lo
ammette Pietro Ferrara (Universita' Cattolica del Sacro Cuore,
Roma) nel corso del convegno "La tutela dei minori", organizzato
dal Centri studi Erikson a Riva del Garda (Trento). "Il pediatra
su questo e' in ritardo e latitante. Ci sono colleghi che
riferiscono di non aver mai incontrato casi di abuso e
maltrattamento nella loro carriera, ma ammettono anche che questo
e' successo perche' non sono andati a cercarli".
La ragione principale di questa impasse e' la mancanza di
formazione specifica dei pediatri: "Nei libri medici sono
dedicate poche righe, quando se ne parla, alla questione -
sottolinea l'esperto -. Percio' non siamo capaci di interpretare
gli indicatori. Ma i casi ci sono eccome: secondo statistiche
recenti quattro bambini muoiono ogni giorno in seguito a
maltrattamento o abuso. In Italia non abbiamo nemmeno una
statistica". Il maltrattamento fisico, anche se piu' facile da
individuare, si presta comunque a interpretazioni errare e
cecita': "Per individuare questi casi e e ritrovarne le cause
bisogna lavorare in team: e' finito il tempo del solista, e' il
momento dell'orchestra. Ci sono indicatori che possono esserci
utili: occhi senza gioia, alta soglia del dolore, lesioni anomale
che vanno interpretate". Per rimediare alla mancanza fin qui
maturata dai pediatri e dare loro strumenti utili ad aiutare i
minori a rischio, Ferrara annuncia che da quest'anno accademico
l'Universita' Cattolica ha inserito un insegnamento dedicato a
questo tema nel corso di specializzazione in pediatria, con
l'obiettivo di renderlo obbligatorio.
(Wel/ Dire)