STRAORIDNARIO INTERVENTO DI UN GRUPPO DI STUDIOSI TEDESCHI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 nov. - Non vedente da circa
un decennio riacquista, sia pur parzialmente, la vista. E' quanto
accaduto a Miikka Terko, un 46enne finlandese, grazie a un chip
impiantato nella sua retina. Lo straordinario intervento e' stato
eseguito da un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Tubinga,
in Germania. L'uomo, appena adolescente, comincio' a perdere
progressivamente la vista a causa della retinite pigmentosa, una
malattia di origine genetica che comporta la distruzione lenta e
irreversibile dei fotorecettori della retina responsabili della
visione. Gia' incapace di distinguere le forme al buio all'eta'
di 16 anni, Terho e' diventato del tutto non vedente all'eta' di
35 anni.
Nel corso di un intervento chirurgico durato sei ore, i medici
hanno inserito nella retina del paziente un piccolo chip della
grandezza di 3mm per 3mm connesso via wireless a una batteria
posta su una piccola collana esterna. Il chip contiene 1500
elementi sensibili alla luce e, ogni volta che un fascio luminoso
colpisce la sua superficie, lo stimolo viene convertito in
impulsi elettrici che vanno a stimolare le cellule sane della
retina. Da qui, il segnale viene poi inviato attraverso il nervo
ottico al cervello, in cui l'immagine viene ricostruita.
Miikka appartiene a un gruppo di tre pazienti sottoposti a un
intervento sperimentale di innesto di un chip a livello della
macula, una zona della retina particolarmente ricca di
fotorecettori. "Quando il chip e' stato attivato per la prima
volta, ero in grado di vedere soltanto le luci lampeggianti e
tremolanti. Cio' non aveva molto senso - racconta - Ma nel giro
di poche ore tutto e' cominciato a diventare sempre piu' nitido".
In una serie di test, Miikka Terho si e' dimostrato capace di
leggere alcune lettere e distinguere alcuni oggetti presenti su
un tavolo, come una tazza, un piattino o e alcune posate. "Nel
1900, nessuno credeva che l'uomo avrebbe mai sviluppato la
capacita' di volare, ma a quel punto i fratelli Wright planarono
a qualche metro da terra dimostrando che era possibile. Noi siamo
nella stessa situazione", ha dichiarato Eberhart Zrenner,
autore dell'intervento.
Presentando i loro risultati sulla rivista 'Proceedings of the
Royal Society B', i ricercatori spiegano come la nuova tecnica di
innesto del chip sulla retina potrebbe essere utile in tutti i
casi di perdita parziale o totale della vista dovuta a retinite
pigmentosa, degenerazione maculare senile e coroideremia , ovvero
malattie in cui si verifica un danno ai fotorecettori senza alcun
interessamento di altre strutture della retina, incluso il nervo
ottico.
(Wel/ Dire)