E IL 6 E 7 NOVEMBRE IL CONVEGNO PER LE PROSPETTIVE FUTURE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 nov. - Con 344 interventi
effettuati da marzo 2007 a oggi, e ben cinque unita' operative
che utilizzano quotidianamente il robot Da Vinci (Chirurgia
generale gastroenterologia e mini-invasiva, Chirurgia endocrina,
Otorinolaringoiatria, Urologia, Chirurgia Toracica), l'ospedale
"Morgagni-Pierantoni" di Forli' e' uno dei centri italiani
all'avanguardia nella chirurgia robotica. In virtu' di tale
esperienza, i tre Dipartimenti chirurgici dell'Ausl di Forli'
hanno deciso di invitare in Romagna i principali professionisti
italiani che si servono del robot, per ragionare insieme sulle
prospettive future. Venerdi' 5 e sabato 6 novembre andra' in
scena al Ceub di Bertinoro il convegno "L'Uomo e la macchina - La
chirurgia del XXI° secolo: la chirurgia robotica futuro o
chimera?".
"Uno dei principali obiettivi di tale appuntamento e' far
conoscere cio' che facciamo a Forli', visto che siamo uno dei
centri italiani che fa piu' largo uso del robot, impiegandolo in
diverse discipline chirurgiche, da ultima la ginecologia -
illustra Domenico Garcea, direttore del Dipartimento di Chirurgia
dell'Ausl di Forli' - inoltre, affronteremo con i maggiori
esperti italiani i punti ancora da chiarire e i nodi riguardanti
questa tecnica, in primis il rapporto tra costi e benefici".
Quest'anno, l'ospedale "Morgagni-Pierantoni" ha poi aperto due
nuove frontiere nell'ambito della chirurgia robotica, iniziando a
utilizzare il Da Vinci anche sui pazienti obesi e per interventi
mini-invasivi della tiroide. In quest'ultimo ambito, il robot
consente d'intervenire sull'ascella, dove si puo' praticare
un'apertura maggiore, e, quindi, come spiega Alberto Zaccaroni,
direttore dell'U.O. di Chirurgia Endocrina "asportare volumi
superiori, fino a 5 centimetri di diametro. Inoltre, in questo
modo si risparmia il collo da successive cicatrici, con sensibili
vantaggi estetici". La possibilita' di incidere l'ascella
anziche' il collo apre nuovi scenari pure per
l'Otorinolaringoiatria. ½Come otorini, ci preme sviluppare questa
tecnica non solo per la tiroide ma anche per la linfodenectomia,
cioe' l'asportazione dei linfonodi del collo - spiega Claudio
Vicini, direttore dell'U.O. di Otorinolaringoiatria -
quest'ultima, oggi, e' particolarmente impattante, mentre col
taglio ascellare si avrebbero risultati assai migliori".
(Wel/ Dire)