AL IX CONGRESSO SIAMS SI SPIEGA EFFICACIA TRATTAMENO FSH.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 nov. - Secondo una stima
dell'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms), nei Paesi
industrializzati, circa il 10-20% delle coppie soffre di problemi
di fertilita'.In passato la mancanza di concepimento si riteneva
dipendesse soprattutto dalla donna. Studi recenti hanno invece
dimostrato come almeno nel 34,5% dei casi e' l'uomo a soffrire di
una ridotta capacita' riproduttiva e, nonostante gli adulti
abbiano ormai preso coscienza del loro ruolo primario rispetto
alle difficolta' del concepimento, la quasi totalita' della
popolazione maschile (90%) non fa prevenzione, non consulta un
andrologo e nel 50% dei casi non si sottopone ad alcuna visita
andrologica, nemmeno a seguito di una diagnosi di infertilita'.
Quest'ultima, infatti, viene presa in considerazione solo nel
momento in cui la ricerca di un figlio e' accompagnata da una
serie di insuccessi.
Oggi a Modena, nell'ambito del IX Congresso della Societa' di
andrologia e medicina della sessualita' (Siams), si terra' il
simposio sulla "Terapia con ormone follicolostimolante (FSH) nel
maschio infertile".
"Un'opportunita' per combattere alcune forme di infertilita'
idiopatiche - spiega una nota diffusa da Siams - al fine di
migliorare la qualita' spermatica ed ottenere un ritorno alla
fertilita'. Moderatori dell'incontro Andrea Lenzi, presidente
Siams e Manuela Simoni, Ordinaria di endocrinologia e malattie
del metabolismo presso l'Universita' di Modena e Reggio Emilia.
"Le principali cause d'infertilita' maschile sono di tipo
chirurgico (ostruzione dei dotti, anomalie congenite del tratto
genitale, varicocele e criptorchidismo), medico (immunologiche,
infettive, endocrine, disfunzioni sessuali e genetiche, cancro e
sue terapie) e idiopatico" spiegano gli esperti.
Nel 20-25% degli uomini infertili non e' possibile rintracciare
la causa precisa dell'infertilita'. Questa condizione viene
definita "idiopatica", intendendo con questo termine una
diminuzione della funzione degli spermatozoi per accumulo di un
danno genomico.
"I dati che verranno presentati durante il simposio - afferma il
Lenzi - confermano sempre piu' la necessita' di un'attenta
diagnosi e di un adeguato trattamento del maschio infertile, allo
scopo di ottenere un ritorno alla fertilita' sia con metodi
naturali, sia mediante tecniche poco invasive".
Uno dei principali fattori che determina il potenziale della
fertilita' maschile e' la qualita' degli spermatozoi,
riconducibile ad alcune caratteristiche biochimiche-funzionali
piu' che ai classici parametri della concentrazione morfologica e
della motilita' e, per questo motivo, alcune terapie possono
mirare a riattivare la spermatogenesi e modificare il pattern
biochimico-funzionale dello spermatozoo.
Durante il simposio verra' illustrata l'efficacia del trattamento
con ormone follicolostimolante (FSH) in soggetti oligozoospermici
ed idiopatici e saranno presentati recenti studi a conferma della
validita' della terapia.
"L'ormone FSH influenza l'attivita' degli spermatogoni,
precursori delle cellule da cui avranno origine gli spermatozoi
nel processo noto con il termine di spermatogenesi - aggiungono
gli esperti nella nota - La terapia con FSH si propone come cura
specifica anche per tutti i soggetti che presentano un problema
d'infertilita' causata da ipogonadismo ipogonadotropo, condizione
clinica nella quale il testicolo non produce piu' spermatozoi o
ne produce molto pochi".
In sintesi il trattamento con rFSH aiuta a risolvere le forme di
alterazione maturativa della spermatogenesi da ipogonadismo
ipogonadotropo classico e funzionale; mette i soggetti responder
in condizione di recuperare la fertilita' spontaneamente,
evitando a volte il ricorso a costose procedure IVF (fecondazione
in vitro); rende potenzialmente fertili molti dei soggetti
infertili, migliorando la capacita' funzionale degli spermatozoi
e aumenta le probabilita' di successo delle tecniche di
Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).
(Wel/ Dire)