LIBERA PROFESSIONE VETERINARI NON E' EQUIPARABILE A QUELLA MEDICI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 nov. - La bozza di Intesa
proposta dal ministro della Salute Ferruccio Fazio alle Regioni
sulla libera professione dei medici e dei veterinari del Sistema
Sanitario nazionale non piace all'Associazione nazionale medici
veterinari italiani (Anmvi). Anche se il documento insiste sui
principi della non conflittualita' con i compiti d'istituto e
mette dei paletti all'intramoenia per evitare che le prestazioni
a pagamento superino quelle istituzionali gratuite, l'Anmvi
osserva che "non serviranno a rimuovere il peccato originale
dell'apparentamento della veterinaria alla medicina umana". In
una nota ufficiale poi, Anmvi chiede: "Quali sono le liste
d'attesa della veterinaria pubblica? Quali le prestazioni che i
cittadini chiedono, a pagamento per giunta, alla veterinaria
pubblica e che questa non e' in grado di soddisfare nei tempi e
nei luoghi deputati? Le ispezioni al macello? I controlli sul
trasporto degli animali? Certamente no. La libera professione dei
veterinari del servizio sanitario nazionale (un diritto, certo,
ma cosi' poco necessaria à) - prosegue la nota - viene utilizzata
per fare prestazioni a pagamento sugli animali da compagnia, che
non rientrano nei compiti istituzionali".
Per l'Anmvi, nella bozza di Intesa ci sono altre anomalie. "Da un
lato, l'esercizio dell'attivita' libero-professionale e'
disciplinata in accordo con le organizzazioni sindacali,
dall'altro queste stesse organizzazioni sono presenti negli
organismi (paritetici) che devono verificare che non insorga un
conflitto di interessi, che non si creino situazioni di
concorrenza sleale e quindi concorrere a definire le eventuali
relative misure sanzionatone. La definizione delle tariffe, poi,
e' affidata ai dirigenti interessati, previo accordo in sede di
contrattazione collettiva integrativa".
Si poteva addirittura convocare i sindacati e dir loro "fate voi-
commenta ancora Amnvi - Si ammette una vera e propria seconda
vita per il dirigente SSN che, tolto il camice della Asl, si
presentera' sul mercato delle prestazioni veterinarie in forme
inevitabilmente sleali, a tariffe non concorrenziali per i veri
liberi professionisti e forte di un peso tale presso l'utenza da
porsi in posizione dominante e percio' stesso scorretta. Cose
gia' viste, ma intollerabili".
(Wel/ Dire)