(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 mar. - Alla luce di quanto
emerso dall'incontro di due giorni fa tra i rappresentanti della
Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), dei
ministeri della Salute e della Pubblica Amministrazione e
dell'Inps, l'Ordine provinciale dei medici-chirurghi e
odontoiatri di Roma "rinnova la forte preoccupazione per le
conseguenze delle recenti disposizioni emanate dal governo in
materia di certificazioni di malattia e della loro trasmissione
per via telematica".
In particolare l'Ordine di Roma evidenzia che "le norme
emanate dal governo, in vigore dal 3 aprile 2010, inaspriscono in
modo sproporzionato, di dubbia legittimita' costituzionale, le
sanzioni (radiazione automatica dall'Albo, licenziamento per
giusta causa o decadenza dalla convenzione) a carico del medico,
qualora questo rilasci certificazioni che attestino dati clinici
non direttamente constatabili ne' oggettivamente documentati".
Nella maggior parte dei casi (circa 1 milione ogni mese), i
medici certificatori, sottolinea l'Ordine romano, "si trovano a
dover attestare, sotto la propria responsabilita', in particolare
per le assenze brevi dal lavoro, malattie relative a condizioni
patologiche che non hanno alcuna possibilita' di tale riscontro
obiettivo o documentabile (cefalee, vertigini, mialgie, disturbi
dispeptici acuti o del ritmo cardiaco). Inoltre molte sono ancora
le questioni di natura tecnica da risolvere per le quali non
basteranno i 3 mesi di moratoria previsti".
Per questi motivi, il presidente dell'Ordine di Roma, Mario
Falconi, ha convocato un Consiglio per il giorno 13 aprile
prossimo, durante il quale saranno vagliate le iniziative
necessarie ad affrontare i gravi problemi innescati dalle nuove
norme.
"Auspichiamo- ha dichiarato il presidente dei camici bianchi
romani- che il il governo proceda ad opportune modifiche delle
attuali norme prima che esse entrino in vigore. Se cio' non
avverra', chiediamo fin d'ora che la Fnomceo e i sindacati non
subiscano passivamente una cosi' forte minaccia all'autonomia e
alla coscienza professionale della categoria medica".
(Wel/ Dire)