(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 25 mar. - Conoscono con
precisione e giudicano positivamente il trapianto di organi, ma
solo la meta' di loro si dichiara sarebbe pronta a farlo. Sono i
cittadini emiliano-romagnoli, ai primi posti in Italia e in
Europa per il livello di conoscenza della donazione degli organi.
E' l'esito di un sondaggio commissionato all'azienda Astra
dall'associazione italiana donatori di organi (Aido): rivela che,
dal punto di vista dell'informazione sui trapianti,
"l'Emilia-Romagna e' una delle regioni italiane piu' avanzate a
livello europeo". Lo evidenzia Enrico Finzi, il sociologo autore
della ricerca, che ha chiarito i dettagli della rilevazione in
una conferenza stampa ieri a Bologna.
Dopo aver ricordato come donare gli organi faccia risparmiare
soldi alla pubblica amministrazione, Finzi spiega il risultato
positivo a livello emiliano-romagnolo come conseguenza di
intelligenti scelte della classe sanitaria e della giunta della
Regione. I dati si basano su campione di 3.400 persone
rappresentativo di tre milioni e mezzo di residenti in
Emilia-Romagna contattati telefonicamente nel corso del 2009.
"Ma- precisa Finzi- non sono rappresentati gli extracomunitari",
scelta limitante per la ricerca dato che "donare gli organi-
ricorda- e' consentito dalle principali religioni monoteiste a
cui credono gli immigrati in Italia come l'islam, l'ebraismo o le
varie articolazioni del cristianesimo". Mentre scorrono le slide
con i risultati della rilevazione, Finzi sottolinea come donare
gli organi in Italia sia completamente gratuito, "lo sanno solo
due su tre", e se una persona non si e' pronunciata sulla
questione quando era ancora viva, al momento della morte saranno
i familiari a decidere.
Dal punto di vista legale, si puo' acconsentire o meno al
trapianto dei propri organi quando si e' ancora in vita, ma la
legge interpreta il silenzio come un assenso. "Tuttavia-
sottolinea Leonardo Pomponio, medico del Centro riferimento
trapianti dell'Emilia-Romagna invitato dall'Aido a commentare il
sondaggio- la prassi vuole che i medici chiedano sempre il parere
dei familiari prima di fare qualsiasi cosa". Ma quali sono le
motivazioni che spingono ad opporsi alla donazione? In molti non
hanno fiducia nell'accertamento medico della morte e, aggiunge
Pomponio estremizzando il concetto, temono di svegliarsi nella
bara con qualche organo in meno. Per alcuni la motivazione che
spinge a dire 'no' e' la mancanza di una garanzia per cui gli
organi donati non vadano ad alimentare il mercato nero dei
trapianti, mentre altri ancora sono scoraggiati dai troppi
scandali che l'informazione ha portato alla luce in questi anni.
Questa spiegazione non convince per nulla Finzi: "Non c'e' stato
nessuno scandalo- afferma convinto- nemmeno in Calabria, la
regione italiana con il livello piu' alto di malasanita'".
La vera assurdita' e' che ci siano "aziende che guadagnano se
i malati non si sottopongono al trapianto. E' una cosa vera-
denuncia il sociologo- ci sono imprese che fanno business
tagliando la speranza alla donazione degli organi", aggiunge
senza pero' scendere nel dettaglio.
Passando al setaccio il campione di persone che si dichiara
favorevole al trapianto degli organi, si scopre invece che quasi
la meta' di questi ha dato il consenso a attraverso le vie
legali, ma l'altro 50% l'ha fatto solo a parole. E' proprio in
questi casi che diviene necessaria un'attenta informazione
sull'argomento, obiettivo che Aido cerca di raggiungere
attraverso la campagna pubblicitaria che sta per lanciare e che
coinvolgera' i veri media, dal cinema a internet.
Ma cosa dicono i risultati di questa ricerca ai medici?
Pomponio considera positivamente il risultato
dell'Emilia-Romagna, "anche se la regione piu' all'avanguardia e'
sempre la Toscana". Il medico ricorda che in Italia l'indice di
sicurezza sui trapianti e' molto alto ma questo non basta dato
che "la percentuale di quelli che si oppongono alla donazione a
livello nazionale e' del 33%" e in Spagna, la punta di diamante
per i trapianti in Europa, questa cifra scende al 12%.
L'Emilia-Romagna anche in questo caso ottiene un buon risultato,
27% di opposizioni e una media di donazioni di 200 soggetti
all'anno che sono disposti a donare i propri organi. Ma per
Pomponio i livelli spagnoli, a cui si deve guardare, sono
"purtroppo molto lontani", e pensare che in Spagna non esiste
nemmeno un'associazione analoga all'Aido.
(Wel/ Dire)