SALUTE. TUBERCOLOSI: 5 MILA CASI ALL'ANNO, IL 10% NEL LAZIO
IL 43% DEI MALATI È EXTRACOMUNITARIO, A RISCHIO ANCHE GLI ANZIANI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 mar. - Sono circa 5 mila i
casi di tubercolosi che si riscontrano ogni anno nel nostro
paese. Di questi il 10% (500) si concentra nel Lazio, in
particolare a Roma. Il perche' e' presto detto: tra il 1999 e il
2007 la percentuale di malati extracomunitari e' salita dal 22 al
43% e a Roma si concentra un'alta percentuale di stranieri che
sono meno resistenti al batterio, cosi' come gli anziani perche'
hanno difese immunitarie piu' basse. Anche per questo l'ospedale
capitolino Spallanzani sta seguendo da alcuni mesi, come spiega
Fernando Aiuti, presidente della commissione consiliare per le
politiche Sanitarie del Campidoglio, "un progetto di diagnosi
precoce della Tbc negli extracomunitari". Di prevenzione e
diagnosi si e' parlato oggi a Roma in occasione della Giornata
mondiale della lotta alla Tbc durante il convegno 'Aspetti socio
sanitari della tubercolosi polmonare' che si e' tenuto alla
Camera dei deputati.
Gli esperti hanno ricordato che nel mondo la Tbc provoca 2
milioni di morti all'anno, 5 mila al giorno. Nel 2008 sono state
contagiate 9,4 milioni di persone, soprattutto in Sud Africa,
dove a breve si terranno i Mondiali di calcio. Nel nostro paese,
invece, i contagi sono 5 mila l'anno e mancano strutture per
ricoveri prolungati, test e farmaci. Spesso ci sono trattamenti
scorretti e ritardi diagnostici medi di tre mesi.
Anche per questo oggi l'associazione Stop Tb e Lilly Mdr Tb
Partnership hanno lanciato la campagna 'Le suoniamo alla
tubercolosi', con iniziative a Roma, Milano, Torino, Trieste per
sensibilizzare e raccogliere fondi.
"La malattia tubercolare- ricorda Mariagrazia Pompa, direttore
dell'Ufficio malattie infettive del ministero della Salute- ha
componenti socio-economiche forti. Anche per questo gli immigrati
e gli anziani sono piu' a rischio. Gli italiani, invece, sono in
genere piu' restistenti: il 25% e' venuto in contatto con il
batterio della Tbc, ma senza ammalarsi".
Il ministero dal canto suo "e' in costante contatto con gli
altri paese- spiega Pompa- per concordare procedure di contrasto
della malattia comuni. Inoltre esiste una rete di contatto con i
referenti regionali delle malattie infettive. Il passo successivo
sara'- chiude- creare una rete di laboratori regionali
accreditati per una maggiore qualita' della diagnostica". Il
limitato numero di casi, infatti, ricorda Giorgio Besozzi, di
Stop Tb Italia, "ha fatto perdere esperienza nella classe medica
che si traduce in ritardo diagnostico e scorretto monitoraggio
del trattamento".
(Wel/ Dire)
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