(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 mag. - Ci sono le persone
con sindrome di Down, gli amputati di braccio e di spalla, le
persone sordomute, quelle colpite da psicosi ossessive o da
tubercolosi polmonare, o quelle con sindrome schizofrenica
cronica che abbiano disturbi del comportamento e delle relazioni
sociali e limitata conservazione delle capacita' intellettuali. E
con loro, molte altre. E' il piccolo esercito di invalidi che
subira' piu' direttamente le conseguenze della manovra
finanziaria varata dal governo: le loro malattie, infatti,
secondo le tabelle predisposte dal ministero della Sanita',
rientrano fra la soglia minima di invalidita' prevista finora per
l'assegnazione del beneficio economico della pensione (il 74%) e
il nuovo limite definito dal decreto legge dell'esecutivo, l'85%.
Nulla cambia (anche se si dovranno valutare le nuove norme nei
casi di eventuali visite di controllo) per quanti gia' oggi
percepiscono la pensione: una somma pari a 256,67 euro al mese
per 13 mensilita' (una ventina di euro in piu', 277,57, per i
ciechi civili assoluti). Cifra che - va ricordato - viene
effettivamente versata solo se il soggetto non supera il limite
di reddito di circa 4.400 euro l'anno se invalido civile parziale
o di circa 15.150 euro in caso di invalidi civili totali, ciechi
parziali o assoluti e sordomuti. Nulla cambia per chi ha gia' la
pensione, molto cambia invece per coloro che presenteranno
domanda di invalidita' a partire da martedi' prossimo, 1° giugno:
se non raggiungeranno la soglia dell'85% infatti non otterranno
infatti alcun beneficio economico. Per farsi un'idea delle
categorie interessate, basta dare un'occhiata alle tabelle varate
ormai quasi due decenni fa (era il febbraio 1992) con decreto del
ministero della Sanita' e che contengono le percentuali di
invalidita' a seconda delle "minorazioni e malattie invalidanti":
e' sulla base di queste tabelle che i medici delle commissioni
decidono la percentuale di invalidita' di ogni singolo
richiedente.
Si scopre allora che fra coloro che non potranno piu' ottenere
il beneficio ci sono le persone con "sordomutismo o sordita'
prelinguale da perdita uditiva grave bilaterale con evidenti
fonologopatie audiogene" (percentuale fissata: 80%), quelle senza
un arto superiore (amputazione di braccio: 75%; assenza congenita
dell'arto superiore: 75%; amputazione di spalla: 80%), o quelle
con ipoplasia renale bilaterale (una malformazione congenita per
cui entrambi i reni sono poco sviluppati e di dimensioni ridotte:
percentuale al 75%). Niente pensione per chi soffre di psicosi
ossessiva (percentuale fissata dalle tabelle, a discrezione del
medico, entro la forbice 71-80%), e nemmeno per chi ha subito una
laringectomia totale (l'asportazione della lingua) con
tracheostomia definitiva (il posizionamento di una cannula nella
trachea per consentire la respirazione): la relativa percentuale
di invalidita' e' fissata all'80%.
Niente da fare per i malati di bronchiectasia (dilatazione
irreversibile di una porzione dell'albero bronchiale con
incapacita' ventilatoria di tipo ostruttivo: 80%), per coloro che
soffrono di malattia polmonare ostruttiva cronica con prevalente
bronchite (75%), per chi ha una tetraparesi con deficit di forza
medio (dal 71 all'80%) e per chi deve fare i conti con
miocardiopatie e valvulopatie con insufficienza cardiaca grave
(dal 71 all'80%). Cordoni della borsa chiusi anche per le persone
con sindrome di Down: la loro percentuale di invalidita' e'
fissata al 75% (sale al 100% solo in presenza di un ritardo
mentale grave). E anche in presenza di una sindrome schizofrenica
cronica con disturbi del comportamento e delle relazioni sociali
e una limitata conservazione delle capacita' intellettuali non ci
sara' alcun beneficio economico: la fascia prevista (71-80%) e'
ampiamente al di sotto del nuovo tetto. Resta invece qualche
speranza per chi soffre di sindrome nefrosica con insufficienza
renale grave e per tubercolosi polmonare con insufficienza
respiratoria grave: la percentuale fissata dal ministero e'
compresa fra l'81 e il 90%: tocchera' ai medici decidere se
concedere o no la soglia minima dell'85% valida per la pensione.
(Wel/ Dire)