SALUTE. TUMORE AI POLMONI, LAZIO RECORD PER MORTALITÀ DONNE
IRE: INCIDENZA IN DIMINUZIONE TRA MASCHI, MA CRESCE PER FEMMINE
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 mag. - Il Lazio e' la prima
regione per tassi di mortalita' e incidenza da tumore del polmone
tra le donne. Anche per contrastare queste stime regionali
sfavorevoli, elaborate dall'Iss al 2008 sui numeri realmente
osservati dal registro tumori che copre la zona di Latina,
l'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire) di Roma e' l'unico
centro italiano che ha partecipato al programma internazionale
Early Lung Cancer Action (I-Elcap), promosso dalla Cornell
University di New York, per la prevenzione del tumore del
polmone, neoplasia che si stima colpisca piu' di 32 mila persone
ogni anno in Italia, piu' di 3.400 solo nel Lazio.
Questi dati, insieme alle piu' importanti iniziative
scientifiche di ricerca e innovazioni biomediche a sfondo
diagnostico-terapeutico, saranno tra i temi affrontati
nell'ambito del convegno "Bersaglio polmone: i biomarkers in
oncologia polmonare: prospettive di integrazione
diagnostico-terapeutiche - 2° Corso Nazionale", oggi e domani
all'Ire con la partecipazione dei maggiori esperti e ricercatori
a livello nazionale. "Negli ultimi anni l'incidenza del tumore
del polmone e' in diminuzione tra gli uomini mentre si registra
una crescita nelle donne- afferma il professor Francesco
Cognetti, direttore dell'Oncologia medica dell'Ire e presidente
del convegno- almeno in parte spiegabile con un aumento del vizio
del fumo tra il gentil sesso".
Nel Lazio le stime dell'Iss indicano un tasso grezzo di
mortalita' di 30 decessi ogni 100 mila donne in un anno. Un
numero, spiega Cognetti, "elevato rispetto alla media italiana di
20. Se correggiamo i dati per l'eta', abbiamo un tasso di 17
decessi in Lazio. Per l'incidenza in regione il tasso grezzo e'-
riporta il presidente del convegno- 39 casi all'anno su 100.000
donne, quello corretto per eta' 23, contro le medie nazionali che
sono 25 e 14 rispettivamente, numeri elevati per i quali dobbiamo
ancora individuare le cause piu' plausibili e accertabili. Ma
soprattutto dobbiamo prepararci ad affrontare la sfida che questi
indicatori epidemiologici ci pongono e cioe' quella della
diagnosi precoce e del miglioramento delle attuali terapie e di
quelle piu' innovative".
Sul primo fronte, continua Cognetti, "il programma I-Elcap, in
attesa dei risultati degli ampi studi randomizzati in corso, non
consente ancora di applicare la Tc spirale come screening sulla
popolazione per trovare precocemente il tumore del polmone,
quando e' ancora operabile e resecabile con buone probabilita' di
arrestare almeno temporaneamente la malattia ed e' da
considerarsi una metodica utilizzabile solo negli studi clinici e
non come screening generalizzato cosi' come oggi si fa per altri
tumori come quelli a seno, prostata e colon retto".
Assieme ai programmi di studio sulla diagnosi precoce, oggi e'
possibile anche somministrare farmaci che producano
disassuefazione al fumo: all'Ire e' in corso uno studio, in
collaborazione con l'Istituto Nazionale Tumori e l'Humanitas di
Milano, su forti fumatori con una duplice strategia: diagnosi
precoce con Tc spirale e somministrazione della vareniclina,
molecola che produce disassuefazione. Il congresso e'
particolarmente incentrato sull'aspetto oggi piu' moderno del
trattamento del carcinoma del polmone, l'integrazione tra le
conoscenze bio-molecolari della progressione tumorale e
l'utilizzo dei farmaci a bersaglio molecolare che agiscono su
specifici target cruciali per la trasformazione neoplastica.
Probabilmente su questo fronte, spiega il diretteore
dell'Oncologia Medica dell'Ire, "si sono registrate le piu'
importanti innovazioni, che dall'ambito della ricerca si sono
trasferite, in pochi ma rilevanti ambiti, alla sfera terapeutica.
Se pochi anni fa- aggiunge ancora Cognetti- i tumori del polmone
non a piccole cellule venivano trattati tutti nello stesso modo a
parita' di stadio di malattia, oggi invece, grazie alle
fondamentali acquisizioni sui 'pathways' preferenziali di
crescita di alcuni istotipi, i pazienti accedono a differenti
opzioni terapeutiche in stretta correlazione con il corredo
genetico-molecolare della loro specifica malattia, usufruendo
cosi'- conclude- di una vera e propria terapia personalizzata".
Ad esempio, come dichiara il professore Giorgio Scagliotti
dell'Universita' di Torino, co-chairman del congresso, "una
percentuale compresa tra 10 e 30% dei pazienti colpiti da tumore
del polmone esprime alterazioni nell'espressione del gene
dell'Epidermal growth factor receptor (Egfr), recettore di
superficie del fattore di crescita, alterazioni che rappresentano
uno dei messaggi biochimici per la proliferazione delle cellule
cancerose".
In media, spiega il professore, "nel 20% dei pazienti questo
oncogene e' alterato (mutato), ed e' contro esso che in linea di
massima e' possibile intervenire con molecole che interagiscono
con Egfr e con altri fattori coinvolti nel processo di diffusione
del tumore, bloccandone cosi' la crescita incontrollata". Tale
approccio terapeutico, prosegue Scagliotti, "ha dimostrato in
alcuni studi condotti in Asia di incrementare in maniera
significativa la sopravvivenza senza progressione di malattia nei
pazienti con questa caratteristica bio-molecolare".
L'identificazione di sottogruppi di pazienti con apparente
medesima patologia ma con caratteristiche bio-molecolari
peculiari, prosegue Cognetti- rende possibile l'attuazione di una
gestione razionalizzata delle terapie a bersaglio molecolare,
proponendole solo a quei pazienti che veramente ne beneficiano in
maniera significativa".
Cio' risponde, conclude il co-chairman del congresso,
"all'obiettivo scientifico, terapeutico, etico e consente di
razionalizzare la spesa farmaceutica, cosi' in discussione oggi
per l'introduzione di queste nuove molecole. L'identificazione
alla diagnosi di fattori predittivi bio-molecolari,
rappresentera' percio' il momento cruciale per la
caratterizzazione biologica del tumore specifico di quel
paziente, consentendone un trattamento personalizzato".
(Wel/ Dire)
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