A MILANO IL CONVEGNO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE DIETISTI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 mag. - Dipendenti dalle
diete. Secondo l'Andid-Associazione nazionale dietisti, lo sono 7
ragazze italiane su 10. Il rischio? "Essere sempre a dieta senza
riuscire a smettere, fino a rischiare crisi di astinenza. E senza
perdere peso in modo corretto e duraturo". È il "dieting", nuova
dipendenza che riguarda soprattutto gli adolescenti, ma non solo,
legata alla "sindrome da yo-yo", in cui si perde peso con una
dieta restrittiva ma se ne riprende (e anche piu') durante la
fase di "disinibizione", al punto da creare un circolo vizioso
continuo che sfocia in una vera e propria dipendenza. Se ne e'
parlato a Milano in occasione del 22.mo Congresso nazionale
dell'Andid-Associazione nazionale dietisti (Andid), che mettono
in guardia: "Il 70% delle ragazze e' a dieta, ma non sempre la
segue in modo corretto rischiando di trasformare un leggero
sovrappeso in livelli di peso piu' gravi e contribuendo ad
incrementare i casi di obesita', che in Italia tocca il 33,4%
della popolazione (3° Rapporto per l'Obesita' in Italia) e costa
11 miliardi di euro l'anno allo Stato".
"La dieta drastica e' basata sulla rinuncia e sulla
classificazione dei cibi in 'permessi' e 'proibiti' -spiega
Giovanna Cecchetto, Presidente Andid - . In quanto tale e'
sopportabile per poco tempo. Spesso, infatti, la rinuncia si
espande ad un'ampia gamma di alimenti necessari (quali ad esempio
il pane e la pasta) ed il risultato e' quello di 'affamarsi'.
Molto spesso da questo eccessivo rigore dipende la voglia
incontrollata dei cibi piu' temuti ed ansiogeni, e la difficolta'
a controllarne la quantita'. Da queste perdite di controllo
dipendono circoli viziosi di tipo emotivo quali sensi di colpa,
ansia e scarsa stima di se', che a loro volta portano alla
ricerca del cibo e alla rottura della dieta. Con il risultato di
riprendere peso e di rimettersi a dieta".
Al contrario di quanto si pensa, dicono i dietisti, "una dieta
che funziona non deve essere rigida e austera, ma "sostenibile e
piacevole" attenta anche al lato emotivo e alla gratificazione,
cosi' come raccomandato dall'American Dietetic Association. "Per
superare la dipendenza -prosegue Cecchetto - non si deve essere
legati al grammo o allo schema fisso, ma puntare sul risultato a
medio-lungo termine, acquisendo capacita' di gestire voglie,
tentazioni e situazioni difficili, come occasioni sociali e
impegni di lavoro, con consapevolezza e strategie vincenti e
semplici da attuare nella quotidianita'". Il consigilio e'
"affidarsi ad un professionista esperto che sappia tenere nella
giusta considerazione abitudini alimentari e di vita scorrette,
ma anche i gusti, le preferenze e gli aspetti emotivi legati al
significato che il cibo ha per ognuno di noi".
(Wel/ Dire)