SALUTE. VINO TERAPEUTICO? NO, IN NERO. SCOPERTA EVASIONE 19 MLN
A CITTA' DI CASTELLO (PG) CINQUE DENUNCE, SEI AZIENDE COINVOLTE
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 mag. - Vino terapeutico? No,
vino spagnolo falsamente diretto in Portogallo ma che in realta'
finiva in Umbria, il tutto per una frode fiscale da 19 milioni e
la concessione di un contributo da 154 mila euro. Il 'giro' e'
stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Citta' di Castello
(Perugia), che dopo due anni di indagini, ha sventato "una
ingente frode fiscale ed un complesso ed insidioso sistema
illegale in danno del bilancio nazionale per la concessione di un
contributo di 154.000 euro" del ministero dell'Istruzione,
dell'Universita' e della Ricerca scientifica.
Tutto era partito da una verifica fiscale nei confronti di una
societa' di produzione vinicola, riconducibile ad una cittadina
sudamericana, utilizzata come prestanome, che acquistava grosse
partite di vino e di prodotti enotecnici dalla Spagna per
destinarli successivamente al Portogallo mediante l'utilizzo di
fatture false. In realta', spiega la Gdf, i prodotti erano
stoccati in diversi depositi situati a Perugia ed Umbertide dove
venivano successivamente venduti completamente in nero ad
operatori del settore. La Guardia di Finanza ha rilevato che sono
stati oltre 200 mila gli accessori per prodotti enologici quali
cantinette, decanter, termometri, cavatappi, set assaggi ed altri
oggetti professionali per sommelier, oltre a 2.400 bottiglie di
vino spagnolo "riserva", venduti in poco tempo e in totale
evasione d'imposta.
La societa' verificata e' risultata essere totalmente
sconosciuta al fisco e, nel corso degli anni, ha sottratto
all'imposizione oltre 19 milioni di euro. I successivi
approfondimenti delle Fiamme Gialle hanno riguardato un'altra
societa', sempre operante nel settore vinicolo e collegata a
doppio filo alla precedente, che aveva richiesto l'erogazione di
un contributo al F.a.r. (Fondo per l'assistenza alla ricerca
scientifica) del ministero dell'Istruzione dell'Universita' e
della Ricerca, per uno studio sulla "produzione di prodotti
medicamentosi a base di vino con proprieta' terapeutiche".
Proprio la motivazione del progetto - vino terapeutico - aveva
messo in allarme i finanzieri, che dopo approfonditi riscontri
hanno smascherato la truffa organizzata dalla ditta di Citta' di
Castello, avvalendosi della consulenza di una societa' di
Perugia, iscritta all'albo del Miur e specializzata nel settore
della ricerca. "È stato cosi' facile aggirare tutti i controlli
ministeriali e presentare progetti di ricerca- segnala la Gdf-
usufruendo di un canale preferenziale di approvazione che non
prevedeva nessun obbligo aggiuntivo".
(Wel/ Dire)
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