(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 mag. - "Non temere che anche
la sanita' possa rientrare nella manovra sarebbe velleitario. È
certo che, se cosi' sara', mi auguro che siano adottati
provvedimenti trasversali, nella logica di razionalizzare e
ottimizzare l'efficienza del sistema, e non tagli secchi
unilaterali". Cosi' il presidente di Farmindustria, Sergio
Dompe', in una intervista rilasciata a Quotidianosanita.it, dice
la sua sulla prossima manovra economica, invocando, come ha gia'
fatto in piu' occasioni, che non ci siano tagli "unilaterali" e,
cioe', soprattutto sul settore dell'assistenza farmaceutica.
Quanto alla ricerca farmaceutica, Dompe' predica lo
svecchiamento del sistema: "Dobbiamo muoverci seguendo i trend
piu' reali nel contesto mondiale- spiega-. Dobbiamo puntare sullo
sviluppo di reti innovative anche nel metodo, non solo
nell'oggetto delle nostre ricerche. E per metodo intendo quello
del lavoro multidimensionale, con network di ricerca sparsi in
posti e ambiti diversi, ma uniti nello stesso scopo. Di
'cervelli' e capacita' ne abbiamo sempre bisogno, anzi piu' di
prima, sono gli apparati che li ospitano a non essere piu' al
passo con la multisettorialita' della scienza".
Il problema resta la continua necessita' di contenere la spesa a
tutti i livelli. Ma su questo punto, nell'intervista a
Quotidianosanita'.it Dompe' invita a "accettare il fatto che
tutta la spesa per la salute e' inevitabilmente destinata ad
aumentare. Lo vogliamo chiamare il prezzo da pagare per un
benessere e una longevita' mai prima conquistati dall'umanita'?
Chiamiamolo pure cosi' ma attrezziamoci per tempo- dice-
Iniziamo a gestire l'intera catena assistenziale come un'unica
sequenza di atti e prestazioni della quale va valutato
unitariamente il costo, abbandonando la logica dei bilanci
spezzettati dove una voce viene valutata indipendentemente dalle
altre e indipendentemente dalle connessioni e dai benefici
reciproci che possono derivare da una gestione unitaria del
paziente. Il farmaco e' una componente essenziale di questa
catena del prendersi cura e qualsiasi analista attento sa che
resta l'anello con il rapporto costo-beneficio migliore. Eppure,
nella predisposizione dei bilanci, nella logica dei tetti
settoriali, tutto questo svanisce e anziche' guardare all'intero
percorso assistenziale valutandone costi e appropriatezza
globali, si segmenta ragionieristicamente l'analisi, perdendo di
vista il risultato finale".