SALUTE. ICTUS, FAZIO: IN ITALIA È LA TERZA CAUSA DI MORTE
'IL RISCHIO AUMENTA CON L'ETÀ, SERVONO PREVENZIONE E ASSISTENZA'
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 mag. - Il ministro della
Salute, Ferruccio Fazio, e' intervenuto oggi al convegno 'Stroke
Unit', progetto sull'organizzazione dell'assistenza all'ictus nel
corso del quale e' stato e' presentato il secondo volume della
collana del ministero 'Quaderni della salute' dedicato a questo
tema. Il ministro, nel suo intervento, ha annunciato che il
prossimo volume sara' dedicato alla assistenza territoriale.
In particolare, Fazio ha sottolineato: "Nei Paesi
industrializzati l'ictus rappresenta, per le sue dimensioni
epidemiologiche e per il suo impatto socio-economico, una delle
piu' importanti problematiche sanitarie, costituendo la prima
causa di invalidita' permanente e la seconda causa di demenza.
Nel nostro paese e' la terza causa di morte, dopo le malattie
cardiovascolari e le neoplasie. Il rischio di ictus aumenta con
l'eta': in pratica raddoppia ogni 10 anni a partire dai 45 anni,
raggiungendo il valore massimo negli ultra-80enni. Il 75% degli
ictus, quindi, colpisce i soggetti di oltre 65 anni. Il
progressivo invecchiamento della popolazione e la considerazione
che l'incidenza dell'ictus e' strettamente collegata all'eta',
fanno ritenere che in Italia l'incidenza di eventi ictali
aumentera' nei prossimi anni: le proiezioni fino al 2016 fanno
ritenere che tale aumento sara' circa del 22,2%".
E la prevenzione, spiega Fazio, gioca un ruolo fondamentale:
"Da anni abbiamo posto particolare attenzione alla prevenzione e
alla ricerca di interventi efficaci per migliorare la prognosi
dei pazienti colpiti da questa patologia- ha detto- Accanto alla
riduzione dei fattori di rischio per questa malattia quali
l'ipercolesterolemia, l'ipertensione e il fumo, occorre rendere
piu' efficace l'intervento nella fase acuta per ridurre sia la
mortalita' che le conseguenze invalidanti. La gestione ottimale
del paziente con ictus cerebrale non puo' prescindere dal
considerare quindi aspetti conoscitivi, organizzativi e
gestionali che i diversi tipi di intervento richiedono. E'
fondamentale quindi che a livello regionale vengano tracciati
adeguati percorsi assistenziali che identifichino le fasi e gli
aspetti essenziali del percorso e definiti modelli organizzativi
a rete confacenti alle varie realta'". Per garantire l'approccio
alle problematiche dell'ictus "si individua un percorso che
prevede le diverse fasi: pre-ospedaliera, ospedaliera (distinta
in intervento diagnostico-terapeutico e assistenza
riabilitativa), post-ospedaliera".
Quindi l'assistenza deve tener conto "degli aspetti
clinico-scientifici, degli assetti organizzativi e del contesto
locale, tuttavia, in generale deve prevedere: il corretto e
tempestivo riconoscimento dei segni e sintomi di sospetto ictus
ed avvio del paziente alla struttura idonea da parte dei servizi
territoriali (medici di medicina generale, continuita'
assistenziale), del sistema di emergenza 118; l'identificazione
tra i Dea di I e II livello delle strutture con i requisiti per
il trattamento dell'ictus acuto, ove presenti aree di degenza
dedicate, con competenze e strumenti tecnologici, necessari per
offrire assistenza ai pazienti con ictus nella fase acuta;
l'identificazione e l'accesso alla rete di riabilitazione con
possibilita' di intervento in fase acuta, post-acuta intensiva ed
estensiva". Altro passo fondamentale e' la riabilitazione che
"secondo programmi specifici e personalizzati, e' fondamentale
per limitare le complicanze e facilitare la ripresa
dell'autonomia. La letteratura scientifica fornisce solide prove
di efficacia a sostegno dell'utilita' di mettere in atto per il
paziente con ictus modalita' di assistenza altamente
specializzate (stroke unit) e della tempestivita' dei trattamenti
farmacologici e riabilitativi (prevenzione di un decesso ogni 33
pazienti trattati e 5 % in piu' pazienti che ritornano in
condizioni di autonomia). I benefici interessano tutti i pazienti
senza differenze di sesso, eta', tipo e gravita' del deficit. Le
stroke unit- ha chiuso Fazio- sono strutture dove convivono e
cooperano le diverse competenze quali neurologo, il
neuroradiologo, il neurochirurgo e l'esperto di riabilitazione
neurologica, consentono di affrontare nel modo migliore le prime
fasi".
(Wel/ Dire)
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