DISABILITÀ. 'AUTISM, THE MUSICAL', FILM CONTRO I LUOGHI COMUNI
LA REGISTA TRICIA REGAN HA SEGUITO PER SEI MESI 5 BAMBINI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 mag. - "Chi gioca in prima
base. Non te lo sto chiedendo, te lo sto dicendo. Chi gioca in
prima base?". Come non ricordare questa scena dal film Rain Man
in cui, nel 1988, il futuro premio oscar Dustin Hoffman (Raymond
Babbitt) e la sua "spalla" Tom Cruise (il fratello Charlie
Babbitt) portarono alla ribalta l'autismo sul grande schermo?
Beh, da allora il problema dell'autismo e' cresciuto in maniera
esponenziale: per fare solo un esempio, nel 1980 l'autismo era
diagnosticato a un bambino su diecimila negli Stati uniti, mentre
ora un bambino su centocinquanta e' affetto da questa grave
disabilita'. Lo stesso numero, uno su centocinquanta, si
riscontra in Europa.
Stasera, a Bruxelles, non andra' in scena Rain Man, ma saranno
cinque bambini autistici i protagonisti di una storia vera, la
realizzazione del film "Autism, the musical", con cui una regista
ha voluto dimostrare che e' possibile coinvolgere le persone
affette da autismo in progetti grandi quali quello della
realizzazione di un prodotto cinematografico premiato a livello
internazionale.
Tricia Regan, la regista appunto, ha seguito per sei mesi cinque
bambini autistici di Los Angeles e ha raccontato la loro storia e
quella delle loro famiglie, i loro successi e le loro
frustrazioni mentre insieme a loro creavano quello che poi
sarebbe diventato un musical.
Proprio nel musical, la Regan ha scoperto, gli attori autistici
coinvolti hanno trovato una forma di protezione, di luogo sicuro
in cui esprimere la loro creativita'.
"Questo film - ha dichiarato la regista - vuole essere da un lato
una denuncia per la crescita del fenomeno allarmante dell'autismo
e, dall'altro, la dimostrazione che, se coinvolte con metodi
appropriati e nella giusta maniera, le persone autistiche possono
esprimere un immenso potenziale".
"Non bisogna avere un'immagine monolitica dell'autismo e delle
persone autistiche - ha spiegato a Redattore Sociale Aurelie
Ballanger, direttrice di Autism Europe, il network europeo delle
organizzazioni che si occupano di questa disabilita' - perche' ci
sono diverse forme di autismo con diverse problematiche. Gli
autistici non sono tutti geni o tutti dotati di un'intelligenza
superiore, tanto per sfatare un mito, e non ci sono cure per
l'autismo. Detto questo, pero', con i giusti trattamenti e le
giuste terapie, le persone autistiche possono esprimere le loro
potenzialita' individuali, qualunque esse siano, e diventare
cittadini europei e del mondo a pieno titolo, godendo cosi' fino
in fondo dei loro diritti che dovrebbero essere e purtroppo
spesso non sono inalienabili".
(Wel/ Dire)
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