L'INCONTRO A ROMA TRA MEDICI SPECIALISTI E ISTITUZIONI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 lug. - In Italia si stima
siano circa 15 milioni le persone che soffrono di dolori alla
colonna vertebrale. L'impatto sociale di questo fenomeno e gli
effetti sulla qualita' della vita sono estremamente negativi se
si pensa che 1/3 dei casi deve sospendere temporaneamente
l'attivita' lavorativa. E' evidente che le cause del mal di
schiena sono diverse, ma i fattori "meccanici" come discopatie,
stenosi, ernie del disco e fratture sono di gran lunga l'origine
piu' diffusa del disturbo (dall'85% al 90% secondo le
statistiche). Non tutte le cause possono essere rimosse
efficacemente con i trattamenti conservativi come fisioterapia,
busto o terapie farmacologiche. Quando questi approcci, infatti,
risultano fallimentari e' possibile fare ricorso al trattamento
chirurgico che, grazie alla continua evoluzione dei dispositivi
utilizzati, e' diventato sempre meno invasivo.
Innovazione, tecnologie, qualita' della vita e procedure mini
invasive per un piu' rapido decorso per il paziente: questi i
principali temi dell'incontro organizzato in collaborazione con
il quotidiano "Il Sole 24 Ore Sanita'" dal titolo "La nuova
frontiera della chirurgia vertebrale percutanea", tenutosi oggi,
a Roma presso la Biblioteca del Senato Giovanni Spadolini,
dedicato allo stato dell'arte della chirurgia vertebrale in
Italia e alle prospettive future per un approccio
tecnologicamente avanzato. "Oggi, le principali patologie del
rachide, discopatie degenerative, ernie del disco, stenosi
lombari, fratture vertebrali, possono essere trattate con
approcci chirurgici percutanei mininvasivi - si legge nel
comunicato - grazie anche all'utilizzo di dispositivi
all'avanguardia che permettono di far recuperare in modo migliore
l'assetto anatomico-funzionale della colonna vertebrale, a fronte
di una riduzione sostanziale del trauma chirurgico, e delle
complicanze post operatorie (dolore, cicatrici estese, rischio di
infezioni e lunghi tempi di ripresa per il paziente) che
comporterebbe l'impiego delle procedure convenzionali." "Ad
oggi, gli interventi sulla colonna vertebrale vengono eseguiti da
ortopedici o da neurochirurghi - afferma Franco Postacchini,
presidente della Societa' italiana di chirurgia vertebebrale-
Gruppo italiano scoliosi - ma e' giunto il momento di attribuire
un'identita' ben distinta allo specialista che pratica questa
disciplina.
Per questo motivo e' assolutamente necessario dare vita alla
Specialita' di chirurgia vertebrale, per formare specialisti in
grado di trattare ogni tipo di patologia della colonna
vertebrale." Un altro fattore responsabile della ancora limitata
diffusione della chirurgia vertebrale mininvasiva, secondo
l'esperto, e' rappresentato dalla legislazione del nostro Paese,
relativa alle problematiche medico-legali. "Sarebbe necessaria -
aggiunge Postacchini - una revisione della normativa vigente, che
in Italia non "protegge" adeguatamente la classe medica. Il
rischio medico-legale pesa molto sull'attivita' dei chirurghi
italiani, tanto da indurli ad adottare comportamenti di "medicina
difensiva", ovvero a ridurre la propria esposizione al rischio di
venire accusati di malpractice. Ma l'uso difensivo delle
tecnologie diagnostiche e terapeutiche - prosegue - contribuisce
a impoverire la qualita' dell'assistenza sanitaria. La chirurgia
vertebrale mininvasiva dove e' richiesta un'alta specializzazione
e una grande perizia tecnica, spesso non viene praticata per
questo motivo".
(Wel/ Dire)