(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 lug. - "Epidemiology and
not-common aspects of pediatric tuberculosis in a low incidence
area: a 20-year study in Rome, Italy", e' il titolo della ricerca
tutta italiana che ha vinto il prestigioso riconoscimento
dell'International Student Congress of Medical Sciences (Iscoms).
Il ricercatore, autore dello studio, e' Danilo Buonsenso,
studente al sesto anno di Medicina dell'Universita' Cattolica di
Roma, premiato per la ricerca sull'andamento epidemiologico della
tubercolosi in eta' pediatrica nella capitale negli ultimi 20
anni. Lo studio, coordinato da Piero Valentini, docente
dell'Istituto di Clinica pediatrica della Cattolica di Roma, in
collaborazione con il reparto di malattie infettive dell'Ospedale
pediatrico Bambino Gesu', ha preso in esame i casi di tubercolosi
(Tbc) dal 1° gennaio 1990 al 31 dicembre 2009. Sono stati
analizzati i dati di 213 bambini ricoverati per Tbc presso i
reparti di isolamento pediatrico del Gemelli e di malattie
infettive del Bambino Gesu', ricavandone risultati epidemiologici
particolarmente interessanti. Negli ultimi anni, infatti, si e'
registrato un costante aumento del numero dei casi di tubercolosi
in eta' pediatrica.
Lo studio ha cercato di dare una risposta a questo
preoccupante andamento della malattia. "Uno dei fattori che hanno
contribuito a questo fenomeno - spiega Danilo Buonsenso - e'
sicuramente l'immigrazione: oltre la meta' dei casi interessa
bambini di nazionalita' non italiana, anche se nati in Italia da
genitori stranieri. Non solo, i viaggi internazionali ormai non
pongono piu' barriere alle malattie infettive e non e' piu' raro
riscontrare focolai di tubercolosi in luoghi come asili, scuole
elementari e medie, in cui la fonte di diffusione della malattia
e' stato per esempio un insegnante." Di fronte a un bambino con
tubercolosi si usa, in gergo, il termine di "caso indice": per
caratteristiche microbiologiche i bambini generalmente non sono
in grado di trasmettere l'infezione, pertanto dietro a un caso di
Tbc in eta' pediatrica c'e' sempre, o quasi, un adulto che
rappresenta la sorgente dell'infezione. Lo studio ha preso in
esame casi nei quali sono state analizzate le manifestazioni
cliniche, la presenza di "multi-drug resistent tuberculosis"
(problema emergente soprattutto nei paesi in via di sviluppo, non
ancora in Italia, e nella nostra citta') e la prognosi di questi
bambini. "In questi anni - conclude Buonsenso - uno dei nostri
impegni e' sempre stato quello di individuare il punto di
partenza della malattia, andando oltre il solo obiettivo di
curare i nostri pazienti, ma cercando di fare un lavoro di
prevenzione di un'ulteriore diffusione della malattia, sia nel
contesto familiare in questione, sia nel contesto sociale in cui
la famiglia si muove".
(Wel/ Dire)