"NON PIU' TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO, MA NECESSARIO".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 lug. - Botta e risposta sulla
riforma della legge 180 tra l'onorevole del Pdl Carlo Ciccioli e
la presidente dell'Unione nazionale delle associazioni per la
salute mentale (Unasam), Gisella Trincas, durante la tavola
rotonda che si e' svolta stamattina a Roma, a seguito della
presentazione dell'Audit di Cittadinanzattiva sulla salute
mentale. Oggetto della contesa la proposta di legge a firma
Ciccioli, attualmente all'esame della commissione Affari sociali
della Camera, che prevede, tra le altre cose, la possibilita' di
un Trattamento sanitario obbligatorio prolungato di sei mesi da
effettuare non solo nelle strutture pubbliche, ma anche in quelle
private.
Durante il dibattito, Ciccioli ha detto di voler arrivare
all'approvazione di una legge che garantisca a tutti per lo meno
"il minimo indispensabile" e di voler fare "un passo avanti". A
questo proposito ha chiesto ai rappresentanti delle associazioni
presenti in sala: "Aiutatemi a fare bene la legge". Ma la
collaborazione appare per il momento impossibile, soprattutto per
via di quel Trattamento sanitario obbligatorio prolungato che
molte delle organizzazioni presenti al dibattito (Unasam, Aresam
e Psichiatria democratica) hanno piu' volte duramente
stigmatizzato.
Su questo punto pero' il presidente della Commissione Affari
sociali della Camera non intende fare un passo indietro. "Io
francamente ci credo - ha detto Ciccioli a Redattore sociale -.
Ho un approccio tecnico e non politico. La maggior parte di
queste patologie sono patologie croniche che hanno un'emergenza
che viene da lontano e non e' che una risposta terapeutica o
farmacologica di pochi giorni dia un risultato". "C'e' una
risposta alla crisi e li' il luogo di cura puo' essere l'ospedale
o un centro residenziale - ha aggiunto -. La riabilitazione
prevede pero' un percorso di medio termine, ma spesso la persona
non ha la consapevolezza di dover affrontare un percorso di
riabilitazione. Quindi - ha sottolineato - questo trattamento
sanitario obbligatorio protratto che tanto spaventa e che
cambiera' nome e si chiamera' trattamento sanitario necessario,
non e' altro che l'avvio della riabilitazione". Tale
riabilitazione per il deputato pidiellino "non e' in ambiente
ospedaliero, ma in comunita' terapeutica o in comunita'
residenziale e serve per uscire dalla fase critica attraverso un
percorso di riabilitazione volontaria. Non riesco a capire dove
sia il problema - ha concluso - ci sono dei tabu' ideologici
insormontabili".
(Wel/ Dire)