NEONATOLOGI: "MANCANO 20 POSTI DI TERAPIA INTENSIVA NEONATALE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 lug. "Nel Lazio mancano
almeno 20 posti di terapia intensiva neonatale ed e' necessaria
una riorganizzazione dell'assistenza perinatale regionale." A
lanciare l'allarme e' stato Mario De Curtis, direttore
dell'unita' di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale al
Policlinico Umberto I di Roma, intervenendo al V convegno delle
Unita' di Terapia Intensiva Neonatale del Lazio, che si e' svolto
il 1 luglio nell'ambito del master di II livello di Neonatologia
dell'Universita' di Roma "La Sapienza". Il convegno ha affrontato
nella sua prima parte il delicato tema dell'assistenza neonatale,
soprattutto per quanto riguarda i neonati prematuri (nati prima
della 37 settimana di gestazione). In primis, si e' posta
l'attenzione sulla situazione del Lazio, dove e' urgente una
riorganizzazione dell'assistenza perinatale regionale, poiche'
mancano almeno 20 posti di terapia intensiva neonatale (Tin). A
Roma ce ne sono in tutto 55, in Italia 120. Il Lazio ha 13 centri
Tin, fra cui figurano, oltre al Policlinico Umberto I, gli
ospedali di Roma: Sant'Eugenio, San Camillo, Fatebenefratelli,
Policlinico Gemelli e le strutture di Frosinone e Viterbo. "Nella
nostra Regione - ha precisato Mario De Curtis - nascono 55 mila
bambini ogni anno ma, da un lato esistono centri di riconosciuta
eccellenza anche a livello internazionale, nel settore della
ricerca e dell'assistenza, dall'altro - spiega ancora De Curtis -
non vengono assicurate cure adeguate a tutti i neonati che
nascono prematuri o con malattie. La spiegazione di questi vuoti
e' nella mancanza di posti letto di Terapia intensiva - sostiene
il neonatologo - La conseguenza e' che spesso, subito dopo la
nascita, molti neonati prematuri anche piccolissimi, hanno
bisogno di essere trasferiti da un ospedale all'altro per essere
assistiti, con un sicuro aumento del rischio di morte e di andare
incontro ad handicap. Il problema - conclude De Curtis -
interessa soprattutto i nati con un peso alla nascita inferiore
al chilo e mezzo che, pur rappresentando solo l'1% di tutti i
nati, contribuiscono a piu' della meta' della mortalita'
neonatale globale."
(Wel/ Dire)