RICERCA ITALO-AMERICANA IDENTIFICA VARIANTI GENETICHE LONGEVITÀ.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 lug. - Che il destino fosse
in parte scritto nel Dna era noto. Ora pero' sappiamo quali sono
i profili genetici delle persone predisposte a raggiungere e
superare la soglia dei cento anni. A rivelarlo, uno studio
pubblicato sulla rivista scientifica "Science" e realizzato
dall'Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale
delle ricerche di Milano (Itb-Cnr), nell'ambito di una
collaborazione con la Boston University e con il contributo
finanziario del Polo scientifico del gruppo MultiMedica. I
risultati sono stati pubblicati dopo oltre dieci anni di analisi
e l'equipe e' stata coordinata da Thomas Perls della Boston
University.
"Paola Sebastiani della Boston University ha analizzato le
variazioni geniche di circa mille individui americani tra i 95 e
119 anni - spiega Annibale Puca, autore delle studio e
ricercatore dell'Itb-Cnr e di MultiMedica - identificando 150
varianti che, se analizzate simultaneamente con un modello di
calcolo innovativo, possono predire se un individuo raggiungera'
i cento anni con una precisione dell'80% circa". Quali sono
dunque le caratteristiche genetiche del centenario?
"Per un vero e proprio vantaggio genico nell'invecchiamento di
successo, e' necessaria la somma di diverse modificazioni del
patrimonio genetico - prosegue il ricercatore - In altre parole,
non si e' identificata, almeno per ora, un'unica variante che, se
ereditata, porti con buona probabilita' l'individuo a diventare
centenario, ma combinazioni di varianti geniche che influenzano
sia la malattia, sia la resistenza a contrarle. Analizzando in
dettaglio i profili genetici dei centenari, altrimenti detti
'firme genetiche', si e' visto che ve ne sono ben 19 condivise da
persone con caratteristiche similari, quali l'eta' di
sopravvivenza e il ritardo a contrarre la malattia di Alzheimer,
le malattie cardiovascolari e l'ipertensione". Queste firme
genetiche "rappresentano un passo ulteriore verso una genomica
personalizzata e la medicina predittiva - afferma Thomas Perls -
poiche' il metodo analitico impiegato potrebbe essere utile per
lo screening di numerose malattie e per la personalizzazione dei
trattamenti farmacologici". Il team ha inoltre scoperto alcune
differenze nei profili genetici dei centenari esaminati.
"Sorprendentemente un gruppo presenta un profilo diverso che puo'
essere spiegato con un forte contributo da parte dei fattori
ambientali - illustra ancora Puca - oppure da varianti geniche
che, se presenti, determinano fortemente la longevita';
quest'ultima ipotesi e' piu' probabile, visto l'alto tasso di
familiarita' per longevita' di questi centenari. Sara' di estremo
interesse studiare ulteriormente il genoma di questi centenari
con un profilo genetico 'normale' per valutare l'eventuale
presenza di ulteriori varianti con un forte impatto sulla
longevita'."
(Wel/ Dire)