DISABILITÀ. MANOVRA E TAGLI, A TORINO ASSOCIAZIONI IN PIAZZA
PRESENTI ANCHE FISH, FAND E CPD
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 giu. - In piazza contro i
tagli alla spesa sociale e sanitaria che colpiscono in modo
particolare le persone non autosufficienti: a protestare contro
il governo e contro la giunta regionale del Piemonte e' un
cartello di associazioni che riunisce fra le altre la sezione
piemontese della Fish (Federazione italiana superamento
handicap), la Fand (Federazione tra le associazioni nazionali dei
disabili) e la Cpd (Consulta per le persone in difficolta').
Appuntamento a Torino, davanti alla sede della giunta regionale,
in piazza Castello 165, per la mattina del 1° luglio prossimo: un
presidio per "contrastare ogni taglio alla spesa sociale e
sanitaria" e per "riproporre obiettivi rispetto ai quali non
possono essere compiuti passi indietro". Dopo la cancellazione
dell'appuntamento nazionale che proprio il 1° luglio doveva
vedere a Roma una manifestazione comune di Fand e Fish davanti a
Montecitorio contro l'innalzamento della percentuale per ottenere
la pensione d'invalidita' (sit-in sospeso dopo l'annuncio
dell'abrogazione della norma corrispondente), la protesta di
Torino e' la prima svolta a livello regionale in conseguenza
delle altre parti della manovra economica del governo che le
associazioni delle persone disabili avevano criticato: i tagli
alle regioni e ai comuni.
Il "Coordinamento interassociativo delle persone con
disabilita' di Torino e Piemonte" si esprime infatti anzitutto in
modo critico nei confronti del governo, che aveva previsto
l'innalzamento del limite percentuale per ottenere l'assegno di
invalidita': una misura che "non colpiva i cosiddetti falsi
invalidi, ma migliaia di persone con disabilita' vere,
soprattutto cognitive e intellettive" e che il governo ha
ritirato "anche a seguito della forte opposizione espressa dalle
associazioni di persone con disabilita'". "Tuttavia - spiegano
gli organizzatori - saranno proprio le persone con disabilita' a
pagare pesantemente le conseguenze dei tagli decisi da Tremonti e
dalla maggioranza di governo al trasferimento di soldi da
destinare alle regioni e ai comuni, costretti cosi' a ridurre i
servizi destinati alle persone che hanno bisogno di interventi di
sostegno".
La maggiore preoccupazione del Coordinamento e' indirizzata
alle riduzioni di bilancio che si intravedono all'orizzonte: "I
nostri amministratori regionali - afferma - vogliono dimostrare
di essere i primi della classe: nella proposta di bilancio ora in
discussione, l'assessore alla Sanita' e alle Politiche sociali
Caterina Ferrero ha previsto la riduzione di un milione di euro
per le misure sociali dedicate ai malati psichiatrici, di 4,5
milioni sulla compartecipazione sociale per la non
autosufficienza e una significativa riduzione delle risorse da
trasferire ai Consorzi socio assistenziali". In parole povere,
secondo il Coordinamento "Tremonti toglie soldi a comuni e
regioni e l'assessore regionale Ferrero se la prende con le
persone non autosufficienti, colpendo le persone che devono
superare piu' ostacoli".
Il Coordinamento ricorda che occorrono invece "piu' soldi per
progetti di vita indipendente autogestita, di vita in autonomia
assistita, di cure domiciliari, di sostegno alle famiglie" per
fare in modo di vivere "a casa propria e non in istituto";
servono "piu' investimenti per istruzione, formazione
professionale e lavoro alle persone con disabilita'", oltre ad
azioni per giungere ad inserimenti protetti in abitazioni civili
in gruppi da non piu' di 4 - 6 persone ("Basta con gli istituti
lager") e all'abbattimento delle barriere che impediscono di
usare edifici, sedi di servizi e attivita' commerciali, mezzi di
trasporto. "Soprattutto - afferma il Coordinamento - basta con i
pregiudizi che ci targano di serie B: occorrono certamente soldi
(da far uscire dalle tasche di coloro che non pagano le tasse) ma
soprattutto scelte politiche che indirizzino diversamente
l'utilizzo delle risorse disponibili, con piu' servizi
domiciliari e meno istituti, piu' lavoro e meno elemosine, piu'
servizi sanitari pubblici per tutti e meno cliniche private per
pochi. Chiediamo tutto cio' - conclude - non per pieta' ma per
diritto".
(Wel/ Dire)
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