IL COMITATO APPROVA DOCUMENTO PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 25 giu. - Il Comitato nazionale
per la Bioetica (Cnb) ha approvato oggi un documento di revisione
dei criteri di accertamento della morte. Il documento e' stato
elaborato da un gruppo di lavoro coordinato da Lorenzo d'Avack e
Giancarlo Umani Ronchi. Nel comunicato ufficiale, il Cnb spiega
la ratio del documento: "E' noto che se la morte e' una sola,
tuttavia la diagnosi puo' essere oggi accertata con lo standard
tradizionale cardiocircolatorio (irreversibile cessazione delle
funzioni circolatoria e respiratoria), cosi' come con quello
neurologico (irreversibile cessazione di tutte le funzioni
dell'intero cervello incluso il tronco cerebrale).
Tuttavia, entrambi questi criteri hanno suscitato negli ultimi
decenni un ampio dibattito sia scientifico che etico, anche in
considerazione dell'avanzamento delle conoscenze mediche. Il Cnb
- si legge ancora nella nota - ha ritenuto pertanto necessario
svolgere una nuova e approfondita riflessione in grado anche di
integrare il documento "Definizione e accertamento della morte
nell'uomo", redatto dallo stesso Comitato nel 1991. Il parere
attuale ha sottolineato che il problema dell'accertamento della
morte non deve essere condizionato da altre finalita' quali il
prelievo degli organi e che la morte possa essere definita sulla
base di una mera convenzione." Sia lo standard neurologico che
quello cardiopolmonare continuano ad essere clinicamente ed
eticamente validi per accertare la morte dell'individuo ed
evitare in modo certo la possibilita' di errore. In particolare,
il Comitato per quanto riguarda i criteri neurologici ritiene
accettabili solo quelli che fanno riferimento alla "morte
cerebrale totale" e alla "morte del tronco-encefalo", intese come
danno cerebrale organico, irreparabile, sviluppatosi acutamente,
che ha provocato uno stato di coma irreversibile, dove il
supporto artificiale e' avvenuto in tempo a prevenire o trattare
l'arresto cardiaco anossico. Il Comitato, tuttavia, ritiene che
le spiegazioni all'opinione pubblica di questo concetto
andrebbero corrette e aggiornate soprattutto sotto il profilo
terminologico con definizioni oggi piu' rispondenti alla corrente
pratica clinica. I criteri adottati richiedono inoltre la
condizione che sia rispettata l'osservanza rigorosa e meticolosa
e i pre-requisiti clinici della metodologia, delle procedure e
del ricorso eventuale ai test confirmatori. Si raccomanda proprio
a tal fine il massimo di uniformita' nei protocolli sia per lo
standard cardio-polmonare che per quello neurologico, che allo
stato appaiono di sovente difformi da Paese a Paese, ingenerando
confusione nell'opinione pubblica con ricadute negative sulla
considerazione relativa all'attendibilita' dei criteri stessi.
Soprattutto la critica del Cnb e' nei confronti di quei
protocolli, presenti in altri paesi, che stabiliscono l'avvenuta
morte del paziente con standard cardio-polmonare in base a tempi
di accertamento fortemente ridotti (tra i 2/5 minuti). Il rischio
e' che il paziente possa ancora "essere vivo", non essendo
sufficiente il brevissimo lasso di tempo intercorso dall'arresto
cardiaco per dichiarare la perdita irreversibile delle funzioni
dell'encefalo. Il Cnb, poi, richiama l'attenzione sul rispetto
della "regola del donatore morto" nell'ambito della donazione e
del prelievo di organi che non deve tradursi nella "regola del
donatore morente". Il Cnb riconosce, infine, che la legislazione
italiana sull'accertamento della morte, corredata dalle attuali
linee guida, e' estremamente garantista e prudenziale e ha
consentito alle strutture mediche di adottare una pratica
omogenea. Il parere e' stato approvato con l'unanimita' dei
membri presenti, fatta eccezione per un voto contrario.
(Wel/ Dire)