30 MILA EURO L'ANNO PER UN'ASSISTENZA 24 ORE SU 24 A FAMIGLIA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 giu. - Sono arrivati dalla
Sardegna in 25 tra familiari e pazienti, di cui alcuni molto
gravi. Anche loro, come gli altri partecipanti alla
manifestazione organizzata dall'Associazione italiana sclerosi
laterale amiotrofica (Aisla), hanno fatto centinaia di chilometri
per chiedere lo sblocco dei livelli essenziali di assistenza e
del nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili. "Siamo
familiari, amici e malati di sclerosi laterale amiotrofica -
spiega una rappresentante dell'Aisla Sardegna -. Siamo qui oggi
per manifestare contro l'insensibilita' dimostrata dal governo
verso le problematiche dei nostri cari. Nonostante si tratti di
"malati che il piu' delle volte hanno bisogno di assistenza 24
ore su 24", prosegue, "ci vediamo tagliati i fondi o vediamo che
questi fondi non vengono affatto dati".
Il problema, secondo l'esponente dell'Aisla Sardegna, e' che in
Italia l'assistenza ai malati di Sla "e' molto diversificata sul
territorio". Per questo, prosegue, "oggi noi siamo qui a chiedere
che vengano approvati i Lea, i cosiddetti livelli essenziali di
assistenza che prevedono un progetto di presa in carico globale
di questi malati, ma anche che sia approvato il nomenclatore
tariffario, ovvero l'elenco di tutti gli ausili di cui questi
malati hanno bisogno". Una questione, ques'ultima, che secondo la
signora "e' stata accantonata per vergognose ragioni economiche".
Passando, invece, all'esperienza della Sardegna, racconta:
"Abbiamo presentato al presidente regionale e all'assessore alla
Sanita' un piano in cui viene dimostrato che riportare a casa
questi ammalati e' possibile". I vantaggi della
domicialirizzazione delle cure potrebbero essere notevoli: non
solo si assicurerebbe ai pazienti "una qualita' di vita
sicuramente piu' dignitosa", ma "attraverso l'addestramento dei
familiari e del cosiddetto badandato qualificato" si attuerebbe
anche un'operazione "economicamente conveniente". Riportare a
casa i malati, infatti, significherebbe "liberare posti presso le
rianimazioni e presso le Rsa", che comportano entrambe costi
elevatissimi.
"Oggi giorno - prosegue l'esponente dell'Aisla Sardegna - molte
di queste persone non riescono a tornare a casa dopo il ricovero
in rianimazione e continuano a occupare posti letto" che "costano
migliaia di euro quotidianamente". Altre volte i pazienti vengono
ospitati all'interno delle Residenza sanitarie assistite, che
oltre a presentare costi molto elevati, offrono una qualita'
della vita, che "per quanto possano essere attrezzate, non puo'
essere sicuramente paragonata a quella all'interno del nucleo
familiare". Invece con una media di circa 30 mila euro l'anno "e'
possibile assicurare un'assistenza 24 ore su 24 a famiglia".
"Stiamo parlando di ammalati completamente allettati - conclude
-. Non mangiano, non respirano e debbono essere assistiti in
tutto perche' hanno completamente perduto l'autosufficienza".
(Wel/ Dire)