ADATTATA TECNOLOGIA PER LA VITE; VERSO TERAPIE AD PERSONAM.
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 16 giu. - Dalla vite alla
vita. Adattando una sofisticata tecnologia gia' utilizzata per
sequenziare il genoma dell'uva, un gruppo di ricercatori
dell'Istituto di Ematologia e Oncologia Seragnoli del policlinico
Sant'Orsola di Bologna e' riuscito a identificare le mutazioni
nel corredo genetico di un paziente affetto da una forma di
leucemia. In altre parole, hanno "scritto" la carta d'identita'
del tumore del sangue. Una scoperta preziosissima, che spalanca
le porte verso terapie 'ad personam', accantonando il doppio
rischio di un'elevata tossicita' dei farmaci e di una debole
risposta ai chemioterapici. Per il futuro, si intravede cosi' la
possibilita' di far impennare le aspettative di vita anche in
malati molto compromessi. La scoperta del pool di ricercatori
bolognesi, coordinati dal professor Giovanni Martinelli, con la
collaborazione del gruppo di ricerca di Massimo Delledonne di
Verona, e' stata presentata al congresso mondiale di Oncologia
medica (Asco), tenutosi nei giorni scorsi a Chicago.
"Siamo il primo istituto in Italia ad aver applicato la
tecnologia nello studio delle leucemie", spiega la dottoressa
Ilaria Iacobucci, che ha illustrato al congresso l'esito della
ricerca del Seragnoli. Lo studio, condotto su un sottotipo della
leucemia linfoblastica acuta, ha permesso di identificare
numerosissimi geni, "responsabili dell'origine e della
progressione della malattia, ma anche delle ricadute". Una
'discovery' recente e' quella del gene Idh2, coinvolto nella
detossificazione delle cellule in assenza d'ossigeno.
(Wel/ Dire)