(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 giu. - Punendo fisicamente i
bambini si rischia di fare seri danni per il loro sviluppo
futuro. Sembrerebbe questo il messaggio tra le righe lanciato
dall'Astat, l'istituto di statistica della provincia autonoma di
Bolzano, che ha redatto l'annuale indagine sui giovani 2009,
giunta alla sua quinta edizione. Oltre ai ben noti problemi del
consumo di alcol, lo studio mette in luce quest'anno i riflessi
di un'educazione impartita con metodi poco ortodossi: la
punizione fisica produce infatti ricadute che si maniífestano in
una serie di reazioni o di modelli comportamentali,
contrassegnati soprattutto da un facile ricorso alla violenza. La
ricerca che e' stata presentata nei giorni scorsi e' stata svolta
nei mesi di giugno e luglio del 2009 e ha coinvolto un campione
rappresentativo di 1.500 giovani in eta' compresa tra i 12 e i 25
anni. Cio' che emerge nel capitolo dedicato alla salute e alla
percezione di se' e' che i giovani picchiati risultano esísere
coinvolti con maggior frequenza in litigi, si impongono piu'
spesso con forza contro gli altri e di fronte a un problema
tendono maggiormente a bere.
Inoltre, essi riflettono sulla manícanza di senso nella vita piu'
dei giovani che non hanno subito violenze e tendono di piu' a
pensieri suicidi.
Statisticamente, circa un intervistato su cinque (18,1%)
dichiara di essere stato punito fisicamente da almeno un genitore.
Inoltre, i maschi vengono picchiati piu' spesso delle femmine (il
19,9% contro il 16,2%). Forse anche da questo discende il fatto
che il ricorso alla violenza e' una prerogativa tipicaímente
maschile, che va rafforzandosi nel corso del tempo. Dalle
risposte degli intervistati, inoltre, emerge una forte
associazione tra violenza attiva, cioe' la propensione a
utilizzare la forza fisica per far valere i propri interessi, e
pasísiva, cioe' il fatto di essere stati picchiati dai genitori.
Insomma, chi ha subito un'educazione manesca tendera' a reagire
con le stesse maniere, adoperando anche la forza fisica per
imporsi sugli altri, mentre chi non e' stato oggetto di
un'educazione aggresísiva cerchera' con ogni probabilita' di
risolvere in modo pacifico i conflitti giovanili. Nel corso della
ricerca sono state condotte complessivamente 1.102 interviste e
il campione e' stato raccolto in 5 centri urbani e 25 centri
rurali della provincia. Il testo completo dell'indagine e'
disponibile nel sito www.provinz.bz.it/astat.
(Wel/ Dire)