(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 giu. - "Il Kenya dovrebbe
incoraggiare l'uso del bambu' nella costruzione di rifugi
convenienti, in particolare per il 60% della popolazione che vive
in abitazioni malmesse nelle zone rurali", afferma un esperto.
"Costruzioni malmesse significa che le case diventano focolai di
malattie come la malaria, la dissenteria amebica e condizioni
respiratorie che di solito costano la vita alla maggior parte dei
residenti," dichiara Jacob Kibwange, direttore di progetto di
un'iniziativa all'Universita' di Maseno che promuove l'uso del
bambu'. Il progetto, C sta lanciando la costruzione di case
economiche fatte di bambu' nelle aree Mau e Kakamega del Kenya
occidentale. "Se migliorassimo la costruzione degli alloggi di
bambu', potremmo cambiare la vita di molte persone", ha detto
Kibwange. "Con circa 15 mila ettari di bambu' maturo pronto per
essere usato, in particolare nell'Aberdares, nel Mau, nel M.
Kenya e nel M.Elgon, abbiamo un materiale da costruzione comodo
ed economico in Kenya".
Secondo uno studio del 2007 della Rete internazionale per il
bambu' e la malacca, circa il 60% delle 37 milioni di persone che
vivono in Kenya sono contadini che vivono con meno di 2 dollari
statunitensi al giorno in case inadeguate fatte spesso di fango e
poco ventilate. Nelle citta', le domande di alloggio hanno
raggiunto le 150 mila unita' all'anno contro una produzione
annuale di circa 50 mila unita'. Secondo il Programma per gli
insediamenti umani dell'Onu, Un-Habitat, l'insufficienza di
abitazioni ha causato nelle citta' sovraffollamento,
proliferazione di bassifondi e alloggi di qualita' inferiore.
Il progetto Dal tabacco al bambu' e' stato lanciato dalla Scuola
per l'ambiente e gli studi sulla terra dell'universita' di Maseno
nel 2006. E' iniziato come attivita' di ricerca per incoraggiare
la coltivazione e l'utilizzazione del bambu' come mezzo di
sostentamento alternativo alla coltivazione del tabacco nel Sud
Nyanza e nel Kenia occidentale ed ha successivamente costruito
scuole materne nei distretti di Migori, Kuria, Homa Bay e Suba.
Maseno ha lanciato dei progetti di alloggi nel villaggio di
Kisumu e ha educato 240 piccoli agricoltori alla coltivazione del
bambu', istituendo 120 zone con campi di sperimentazione. Lo
scopo e' quello di formare 20 mila agricoltori per sfruttare il
bambu' nei prossimi 15 anni. "Il bambu' e' una pianta
notoriamente a crescita veloce che prospera in una serie di climi
differenti", ha detto Kibwange. "Puo' essere piantata facilmente
nei poderi familiari e coltivata al tempo del bisogno senza spese
addizionali. Proprio per la sua leggerezza, una casa di bambu'
subisce pochissimi danni per terremoti e potrebbe essere usata
durante le emergenze come costruzione veloce e provvisoria nelle
aree ad alto rischio di disastri".
Dopo lo tsunami nell'Oceano Indiano nel 2004, circa 4 mila case
di bambu' hanno fornito riparo a migliaia di persone rimaste
senza casa a causa del disastro, in particolare nelle Isole
Andaman e Nicobar. E' stato anche osservato che il bambu' era in
grado di resistere al calore fino a 55 gradi e, a differenza
dell'acciaio, non era vulnerabile alla ruggine e all'umidita'
salina. In Kenya tuttavia un esistente divieto di coltivare il
bambu' potrebbe avere delle conseguenze sui progetti per usarlo.
Una fonte del Servizio di silvicoltura del Kenya, che ha
richiesto l'anonimato, ha affermato che il divieto limita la
possibilita' di coltivazione solo a certi utenti selezionati e
alle istituzioni governative. Gli esperti stanno facendo
pressione affinche' il divieto venga sospeso.
(Wel/ Dire)