UN CONGRESSO A BOLOGNA PER INFORMARE MEDICI E PAZIENTI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 16 giu. - I tumori crescono,
la mortalita' diminuisce, ma spesso dopo la fine della cura la
possibilita' di avere un figlio e' preclusa dalle terapie che
portano alla sterilita' o anche dall'avanzare dell'eta'. Ecco
perche' da qualche tempo i medici suggeriscono alle donne malate
di congelare gli ovociti o il tessuto tessuto ovarico (e nei
maschi il liquido seminale) che poi possono essere utilizzati
dopo la guarigione per diventare genitori. Del tema si e'
discusso oggi in un convegno che si e' tenuto a Bologna
intitolato "Maternita' dopo il tumore: le nuove frontiere della
scienza" al quale hanno partecipato, tra gli altri, il presidente
della societa' italiana conservazione ferlitita' Profert, Andrea
Borini, il ginecologo e membro del comitato nazionale per la
bioetica, Carlo Flamigni e il direttore del progetto fertilita' e
gravidanza in oncologia dell'Istituto europea di oncologia, Fedro
Peccatori.
E' quest'ultimo, ad esempio, a spiegare che dall'approvazione
della legge 40 l'Italia e' stata costretta a cambiare metodo e a
congelare ovociti al posto degli embrioni. "Non trovo giusta la
legge -premette- ma con questa novita' l'Italia ha dovuto quindi
volgere lo sguardo altrove e ha fatto passi da gigante nella
conservazione degli ovociti e del tessuto ovarico", che puo'
essere prelevato prima di iniziare le cure e poi riempiantato una
volta che la donna ha raggiunto la completa guarigione.
Il dibattito, anche etico, e' aperto, tanto che Flamigni avverte
che anche in questo tipo di ricerca, come nelle altre, e'
necessario discutere. Intanto, pero', gia ora le donne malate
possono decidere se compiere il passo (ancora a pagamento) prima
delle radio e chemioterapie: lo fa solo il 10% di quelle a cui e'
proposto in sede di colloquio col medico. Ma e' una possibilita'
che si puo' sfruttare subito, se lo si desidera, sia al
Sant'Orsola di Bologna che in diversi altri centri in Italia.
Secondo i dati, nella penisola nel 2007 sono nati 193 bambini da
ovociti scongelati e dalla fine degli anni Novanta, nei soli
centri Tecnobios sono gia' 254 i bambini nati con questo metodo.
Il congelamento degli ovociti oggi e' diffuso in tutto il mondo e
sono in aumento i centri che lo praticano negli Stati Uniti, in
Canada in America del Sud e in Europa. Uno dei problemi,
pero', spiega poi Borini, e' la scarsa conoscenza sia da parte
dei medici che dei pazienti del fatto che la preservazione sia
possibile e fattibile. Da qui il congresso, che si propone di
informare cittadini e mondo della sanita' sulla possibilita' di
avere figli anche dopo la malattia.
(Wel/ Dire)