SANITÀ. ADOC: FEDERFARMA TAGLI I PREZZI, IN ITALIA PIÙ CARI
E POI LOTTA A SPRECHI, MA ANCHE OCCHIO A SCADENZE E CONFEZIONI...
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 giu. - Secondo Federfarma,
con l'attuazione della manovra finanziaria, sarebbe a rischio
chiusura circa il 25% delle farmacie del Lazio. Per Adoc sarebbe
opportuno che si provvedesse piuttosto a un taglio del prezzo dei
farmaci, che in Italia costano circa il 25% in piu' della media
europea.
"Federfarma tagli i prezzi dei farmaci, in Italia costano il
25% in piu' che in Europa- dichiara Carlo Pileri, presidente
dell'Adoc- a causa anche dell'alto costo della distribuzione
intermedia e finale. Ci chiediamo perche' l'Antitrust non abbia
ancora avviato un'indagine in merito, sono solo i consumatori e
non i farmacisti a rimetterci. Crediamo sia opportuno anche
incentivare l'utilizzo dei farmaci generici, che in base alle
disposizioni della manovra, subiranno una riduzione di costo pari
al 12,5% entro dicembre 2010, e chiediamo soprattutto che negli
ospedali siano utilizzati in via esclusiva".
"Inoltre- continua la nota- dopo la giusta liberalizzazione
avvenuta nel settore farmaceutico con la legge 248 del 2006,
riteniamo positiva la possibilita' di estendere la vendita di
alcuni farmaci senza obbligo di ricetta e dei prodotti
parafarmaceutici senza il vincolo della presenza del farmacista,
nei locali non tradizionalmente adibiti allo scopo. In questo
modo potra' essere garantita una opportunita' anche per i piccoli
esercizi e non piu' solo per la grande distribuzione".
Per Adoc "occorre intervenire anche nella lotta agli sprechi
farmaceutici, ogni famiglia e' costretta a buttare circa 80 euro
l'anno. Mediamente una famiglia spende 400 euro l'anno
nell'acquisto di medicinali da banco, di questi quasi 80 euro
vengono sprecati, a causa delle confezioni non conformi alla
terapia prevista- continua Pileri- alcuni beccucci dei flaconi e
degli spray, difatti, non consentono l'utilizzo di circa il 20%
del prodotto, reso praticamente inaccessibile.
Discorso simile per i medicinali in gocce, dato che poco meno del
10% rimane nella boccetta, inutilizzabile".
"Inoltre- aggiunge- la maggioranza dei farmaci confezionati in
blister contiene un numero di compresse superiore o inferiore del
30%, in media, rispetto al normale ciclo terapeutico per cui
viene impiegato. In tale modo, si costringe il malato ad
acquistare una seconda scatola del farmaco o a mantenere in
giacenza la confezione, spesso fino alla scadenza del prodotto.
Alimentando lo spreco, causando danni ingenti all'economia
familiare e nazionale, per ben 1,5 miliardi di euro. Uno spreco
assolutamente non giustificabile e preoccupante".
"Inoltre- conclude Pileri- il tempo di scadenza dei medicinali
si e' notevolmente ridotto rispetto ad anni fa. La scadenza media
di un prodotto e' passata dai 2 anni ai 6 mesi, o un anno al
massimo. Comportando l'acquisto forzato, e inutile, di piu'
confezioni nell'arco di un anno, soprattutto di farmaci destinati
alla cura di patologie non croniche. Ed e' significativo che
almeno altri 400 euro a famiglia sono quelli a carico o
rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Anche questi
prodotti, oltre che a costare di piu' della media europea
aggravando quindi i conti pubblici, in parte vengono buttati
(altri 80 euro a famiglia) per le scadenze del prodotto e a causa
delle confezioni inadeguate".
(Wel/ Dire)
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