(DIRE - Notiziario Sanita') Forli', 28 gen. - Per tenere a bada
l'Alzheimer gli anziani si danno ai videogiochi. Mondi
lontanissimi, quelli della terza eta' e dei games elettronici: ma
a Forli' si incontrano con l'avvio del progetto "Sociable",
cofinanziato dall'Unione europea, che cerca nuove strade per
allenare la memoria a breve - quella piu' colpita dalla malattia
- nelle persone con Alzheimer. Cosi' 60 forlivesi di eta' media
sui 75 anni, seguiti dal Centro esperto per la memoria
dell'Unita' geriatria dell'Ausl, cominceranno nei prossimi mesi a
giocare. Non certo ad "Assassins Creed" o all'ultima novita'
della Playstation, ma con due tavoli elettronici "touch screen"
progettati apposta per attivita' di gruppo, come ad esempio
riconoscere e abbinare colori, oppure associare immagini,
elementi e forme geometriche diverse. Tutto per tenere "sveglio"
il cervello e contrastare l'invecchiamento mentale e la demenza
senile.
Il progetto e' europeo, nell'ambito del programma Ue "Ict per
invecchiare bene", e oltre a Forli' coinvolge altre citta' in
Spagna, Grecia e Norvegia: 300 in tutto le persone selezionate.
L'attivita' di gioco non sara' imposta "dall'alto" agli anziani
in cura, come spiega il medico Giulio Cirillo, referente
scientifico di "Sociable": "Abbiamo prima sentito le 60 persone
coinvolte. Il 75% si e' detto disponibile, e anzi entusiasta di
partecipare a un programma di stimolazione mentale mediante nuove
tecnologie". Questo anche se le persone intervistate, come era da
attendersi, hanno dichiarato scarsa confidenza con l'uso di pc e
strumenti informatici, e solo il 15% ha dimestichezza con il
cellulare. "In questi giorni - dice Cirillo - un gruppo
tecnologico sta discutendo su come progettare al meglio le
apparecchiature di gioco. Bisognera' prevedere strumenti
semplici, tarando giochi e test su diversi livelli di
difficolta'".
A Forli' dovrebbero arrivare due tavoli "touch screen" fissi
per giochi collettivi, uno da destinare all'ospedale e l'altro a
un centro sociale del Comune, piu' altri supporti individuali.
"Il gioco di gruppo - osserva Cirillo - favorisce l'interazione
tra i pazienti, che e' uno dei punti critici segnalati
dall'indagine: il 68% degli intervistati ha relazioni solo con i
familiari, appena il 15% anche con amici e vicini di casa.
Facendoli giocare valuteremo i progressi nella capacita' di
esecuzione e reazione ai test, ma anche i miglioramenti dal punto
di vista della socialita'". Il progetto "Sociable" vede coinvolti
Comune, Ausl di Forli' e l'azienda Cedaf.
(Wel/ Dire)