PRIGIONIERO DEL SUO CORPO. "SALVATORE NON FINIRÀ COME ELUANA".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 gen. - "Ce ne andiamo in
Belgio: Salvatore non morira' per fame, come accaduto a Eluana
Englaro, ma con una iniezione. Si addormenta e tutto finisce
la'". La partenza e' fissata per domenica prossima, 31 gennaio:
la destinazione e' una clinica vicino Bruxelles, dove la famiglia
Crisafulli puo' contare su alcuni amici. Salvatore Crisafulli,
risvegliatosi dal coma vegetativo, rimane un disabile gravissimo,
tuttora in uno stato di "locked in": e' di fatto imprigionato nel
proprio corpo. La sua condizione e' nota a tutti, dal premier
Silvio Berlusconi al presidente della Repubblica, che piu' volte
ha ricevuto e inviato corrispondenza a Crisafulli. Ora, pero', si
e' deciso che il giorno per la morte di Salvatore sara' martedi'
9 febbraio. "Non si puo' piu' fare questa vita, non si puo' piu'
fare: si', Salvatore morira', ma voi, ma voi politici e non solo,
bravi solo con le promesse, voi ce l'avete sulla coscienza: posso
anche andare in carcere, non mi importa. Io ci vado a testa
alta". Il fratello Pietro e' stanco e deluso: si sente
abbandonato, ma rimane combattivo, anche oltre il limite. La
difficile situazione di Salvatore, il nuovo incidente all'altro
fratello Marcello, le difficolta' sempre piu' grandi della mamma
e dell'intera famiglia nel farsi carico di una situazione cosi'
difficile, l'hanno provato duramente. Ora gioca la sua ultima
carta, e se non servira' per la loro situazione, la speranza e'
che quanto meno serva agli altri, alle altre famiglie -
conosciute in questi anni - che hanno in casa una persona in
stato vegetativo o con una gravissima disabilita'. La speranza e'
che richiamati alle loro responsabilita' dal dramma denunciato a
livello internazionale da Salvatore Crisafulli, chi di dovere (il
governo, le regioni, le Asl) possono cambiare finalmente "un
sistema sbagliato" che non assicura l'adeguata assistenza neppure
a coloro che in ogni modo urlano, con la propria voglia di
vivere, anche i loro diritti e i propri bisogni.
"Noi siamo stati battaglieri- dice Pietro- ma ci sono famiglie
che non riescono a farsi sentire, che non vengono mai assistite e
che come noi subiscono sulla loro pelle una eutanasia di Stato:
speriamo che il sacrificio di Salvatore possa contribuire a
migliorare la loro condizione".
"Stavolta- dice Pietro Crisafulli parlando del viaggio
previsto da Catania a Bruxelles- non passeremo neppure a Roma:
l'Italia e' uno schifo, non ci fermeremo da nessuna parte,
andremo dritti all'estero senza perdere altro tempo. La volta
scorsa le promesse di Berlusconi e di Lombardo ci hanno fermato,
ma stavolta non succedera', chi credono di poter prendere in
giro?". No, ripete Pietro, "stavolta non ci fermeremo, perche' la
verita' la sappiamo tutti ed e' che non cambiera' nulla. Ci
abbiamo creduto, abbiamo messo i nostri soldi anche per fare
un'associazione che si occupasse del tema dei risvegli, ma siamo
stati sommersi dalle chiacchiere. Tempo e denaro spesi per nulla.
Non si puo' vivere in questo modo".
"Ho sacrificato tutta la mia famiglia- spiega Crisafulli- ma
ora basta: mi dispiace ma non ce la facciamo piu'. Come tutti
noi, Salvatore sta vivendo il nuovo dramma dell'incidente a
Marcello: lui, che vive a letto immobilizzato, sfoga la tensione
e la disperazione con un forte mal di stomaco. Se la fa addosso,
si lamenta, e' triste". "Anche mia madre- continua- sta sempre
peggio, la sua vita e' sempre piu' un sacrificio, non ce la fa
piu'. Tutti noi da Natale in poi abbiamo visto le pene
dell'inferno: la nostra situazione economica e psicologica e'
sempre piu' delicata. E io, io non posso sacrificare la vita dei
miei quattro figli, che insieme a noi altri accudiscono Salvatore
quando possono. Non posso chiedere loro tutto questo, non posso
togliere loro la vita, non e' giusto". "Non voglio passare-
continua Pietro Crisafulli- quello che ha passato Salvatore: oggi
stesso dettero' il mio testamento biologico: se mi succede
qualcosa, non voglio vivere in questo modo, non voglio. Non
voglio implorare assistenza senza averla: Salvatore va portato
via, lontano da qui, lontano da questo Paese. Questo Paese fa
schifo". (Dires - Redattore Sociale)
(Wel/ Dire)