DATI FEDERSPECIALIZZANDI. VINCENTI (ACOI): "LEGGI NON RISPETTATE"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 gen. - "I dati che il
sondaggio eseguito dalla Federspecializzandi su 600 medici in
formazione universitaria non fanno altro che confermare, se mai
ce ne fosse necessita', quanto pochi giorni or sono ho dichiarato
in tema di rete formativa di area chirurgica: gli ospedali con le
proprie eccellenze e gli alti volumi di prestazioni devono, a
pieno titolo, rientrare nella rete formativa regionale,
soprattutto nelle branche chirurgiche dove, come peraltro
dichiarato dal rettore dell'universita' 'La Sapienza' di Roma,
Luigi Frati, molto spesso quei giovani professionisti non
riescono a fare tutti gli interventi previsti per il loro periodo
di tirocinio". E' quanto afferma Rodolfo Vincenti, presidente
dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi), che
torna sul problema delle scuola di specializzazione che, proprio
a giudicare dall'indagine svolta dal portale degli
specializzandi, non forniscono una preparazione adeguata alle
funzioni che dovranno svolgere in futuro nelle corsie degli
ospedali.
Vincenti sottolinea che "pur ribadendo la esistente buona
qualita' della chirurgia erogata in Italia, non si puo' chiudere
un occhio sulla realta' del chirurgo in formazione oggi
esistente". Tra i dati risultanti dall'indagine, infatti, ve ne
sono alcuni assolutamente dimostrativi dello scarso appeal che le
scuole di specializzazione hanno nei discenti. Il 65% giudica
insufficiente la sua partecipazione alla attivita' chirurgica,
mentre il 59% boccia la struttura dove lavora, ritenendola
inadeguata alla sua formazione. "Questi numeri gia' sconfortanti
di per se' (e qualsiasi industria fallirebbe se il suo prodotto
avesse un cosi' basso indice di gradimento)- commenta ancora il
presidente dei chirurghi ospedalieri- sono purtroppo accompagnati
e peggiorati da vere inadempienze rispetto alle normative
vigenti: il 60% dei chirurghi specializzandi dichiara la non
esistenza del log-book (registro delle prestazioni svolte); il
66% ritiene di essere stato sostitutivo del personale strutturato
e nel 64% ha dovuto fare guardie interne in modo autonomo. E'
superfluo aggiungere altro".
Vincenti, poi, ricorda che "l'Associazione chirurghi
ospedalieri italiani, che rappresento, conosce la realta'
ospedaliera, una eccellenza- aggiunge- che gli organi preposti
alla gestione delle sanita' regionali non possono piu'
permettersi, di fronte ai cittadini, di relegare a mero ruolo di
supporto formativo, come in alcune non numerose realta' esiste,
ma devono farsi parte attiva nell'individuare tavoli congiunti di
pianificazione delle reti formative regionali, dove siano
presenti, oltre alla componente accademica, i rappresentanti
delle piu' rappresentative associazioni scientifiche di
chirurgia, uniche depositarie della certificazione della
qualita'". Acoi, attiva da sempre sulla problematica, e' a
disposizione con la sua autorevolezza, che scaturisce anche dal
rappresentare circa 6.000 chirurghi ospedalieri.
(Wel/ Dire)