"DICONO CHE NOSTRA ECCELLENZA È INSOSTENIBILE ECONOMICAMENTE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 gen. - Il Santa Lucia
"rischia di sparire" per un paradosso, perche' "la qualita' dei
servizi che fornisce e' troppo alta". Non usa mezzi termini Carlo
Di Giusto, dirigente della sezione sportiva della Fondazione
Santa Lucia, nello spiegare i motivi della protesta (una
"occupazione simbolica") iniziata oggi nella struttura romana
specializzata nella riabilitazione neuromotoria. Sono 241 i posti
di lavoro a rischio nell'immediato (la procedura di licenziamento
e' iniziata dieci giorni fa: interessata e' la meta' dei
lavoratori del versante sanitario), ma "e' la sopravvivenza
dell'intera struttura ad essere in forse".
La causa e' da ricercare nell'abisso finanziario dei conti
della sanita' laziale e nei decreti regionali (il 41 e il 56 del
luglio 2009) della Regione Lazio che, ha piu' volte denunciato
l'Istituto, "di fatto cancella la Santa Lucia come ospedale di
rilievo nazionale e di alta specializzazione per la
riabilitazione neuromotoria, impedendo cosi' la possibilita' di
continuare ad assistere pazienti motulesi e con gravi
celebrolesioni acquisite".
L'adeguamento ai minori requisiti organizzativi previsti dalla
normativa regionale per le strutture non di alta specialita'
comporta infatti per il Santa Lucia una perdita economica
consistente, che aggrava il quadro economico gia' compromesso
dalle inadempienze della Regione Lazio, che non ha ancora
liquidato i rimborsi dovuti per le prestazioni erogate dal 2006
al 2009.
"In sostanza- spiega Di Giusto- ci dicono che la nostra
eccellenza, che la grande qualita' dei nostri servizi e'
insostenibile dal punto di vista economico e che se vogliamo
andare avanti dobbiamo ridurla: in questo modo pero' non si dara'
piu' la possibilita' di continuare il lavoro in quei settori che
hanno fatto del Santa Lucia un centro di eccellenza".
Di Giusto cita la "formazione dei terapisti", le attivita' di
ricerca, le pubblicazioni scientifiche, l'intero settore della
riabilitazione sportiva (che negli anni, con il basket e il
nuoto, ha favorito il recupero fisico e sociale di migliaia di
infortunati, dando vita dal punto di vista agonistico anche a
quella che oggi e' la squadra campione d'Italia di basket in
carrozzina).
Oltre ai 241 posti di lavoro a rischio, insomma, il problema
economico si riverbera anche su tutto il resto della struttura,
ad iniziare dai servizi ai ricoverati, dalle prestazioni del day
hospital e a quelle rivolte agli esterni.
Contro i decreti regionali la direzione dell'Istituto di
ricovero e cura a carattere scientifico ha presentato ricorso al
Tar: "Il 29 gennaio- racconta Di Giusto- il Tribunale si riunisce
per decidere su una sospensiva: il nostro timore e' che possa
esserci un rinvio, e che i tempi si allunghino ancora. Sarebbe
una situazione davvero insostenibile". La prospettiva che si
cerca di allontanare e' quella di uno stallo: "A fine marzo ci
sono le elezioni, crediamo che alla Regione si voglia tirare
lungo fino a quella data: ma purtroppo, anche dopo il voto,
l'operativita' della nuova amministrazione arrivera' solo dopo
lunghe settimane.
Troppo, troppo tardi". La situazione, insomma, sei mesi dopo
la firma dei decreti regionali, e' al limite e fra le ipotesi
possibili, oltre al taglio radicale di numerose prestazioni,
prende corpo anche quella peggiore: il fallimento.
(Wel/ Dire)