IL PROGETTO COINVOLGE 7 MILA PICCOLI TERREMOTATI ABRUZZESI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 gen. - Quali cicatrici
portano dentro di se' i bambini esposti a catastrofi naturali
come, ad esempio, un violento terremoto? E' la domanda a cui
cerchera' di dar risposta una ricerca sul campo in Abruzzo
realizzata dall'Ordine dei Ministri degli Infermi-Camilliani con
il coordinamento scientifico dell'Ospedale Pediatrico Bambino
Gesu', il sostegno della Caritas Italiana e la collaborazione dei
pediatri di famiglia abruzzesi. 'Rainbow', questo il nome del
progetto presentato oggi a Roma, coinvolgera' oltre 7 mila
bambini con l'obiettivo di riconoscere tempestivamente,
affrontare e risolvere tutta quell'ampia gamma di disturbi che
vanno sotto il nome di sindrome postraumatica da stress.
Uno studio di altissimo valore scientifico e sociale, nonche'
di stringente attualita' poiche' realizzato in un'area
geografica, l'Italia, dove la terra continua a tremare e a
mietere vittime, cosi' come e' accaduto in questi giorni nelle
Marche o a L'Aquila e in gran parte del territorio abruzzese il 6
aprile dello scorso anno. Pesantissimo il bilancio di quel
devastante sisma e dello sciame che segui': 308 morti, oltre
1.600 feriti, 30 mila sfollati. Da qui la necessita' di acquisire
il maggior numero di informazioni sull'impatto psicopatologico e
sui fattori di rischio che spianano la strada ai disturbi legati
alla sindrome postraumatica da stress nei piccoli e negli
adolescenti testimoni di eventi cosi' drammatici.
Spesso la risposta al trauma e' la paura intensa, il senso di
impotenza e orrore; il rivivere in maniera persistente il momento
drammatico, la difficolta' di addormentarsi o a mantenere il
sonno, l'ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme. Sia i
pediatri di famiglia che gli insegnanti ricevono scarsa
formazione nel tradizionale iter di studi su come riconoscere i
segni e i sintomi che caratterizzano le patologie della psiche
indotte dai traumi e, nello specifico, la sindrome postraumatica.
Parte integrante di Rainbow e' pertanto la serie di percorsi
formativi rivolta a pediatri e a insegnanti per la gestione della
paura di chi e' stato esposto a gravi calamita'.
Lo studio si compone di due segmenti: il primo coinvolgera'
direttamente i pediatri del territorio e un nutrito campione di
bambini (dai 3 ai 14 anni) da loro assistiti ai quali verranno
presentati dei questionari di screening. In base al risultato dei
test l'eventuale diagnosi sara' confermata da una visita
specialistica neuropsichiatrica (si stima un 20-30% di bambini
nell'epicentro del terremoto e 10% nel resto dell'Abruzzo). La
seconda parte si concentrera' sui percorsi di formazione di un
numero elevato di insegnanti ed operatori volontari con
l'obiettivo di sviluppare abilita' di supporto attraverso
interventi di educazione alla pro-socialita'; sullo studio della
ricaduta della formazione degli insegnanti su circa 1.500 bambini
della scuola materna ed elementare e sull'analisi complessiva
finale di tutti i dati raccolti.
(Wel/ Dire)