(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 gen. - I batteri ospedalieri
spesso "rispettano" le frontiere. Lo rivela uno studio europeo,
pubblicato ieri sulla rivista scientifica "Plos Medicine", che ha
disegnato la mappa della presenza in Europa di un tipico patogeno
ospedaliero, lo 'Stafilococco aureo'. I ricercatori di 26 Paesi
europei, compresa l'Italia, che ha partecipato con i ricercatori
dell'Istituto Superiore di Sanita' (Iss), hanno raccolto piu' di
3000 ceppi da infezioni gravi, quali le setticemie, e hanno
utilizzato un metodo genetico per identificare i tipi di
stafilococco aureo dominanti in Europa. Gli studiosi hanno
trovato che mentre i tipi sensibili agli antibiotici di
stafilococco aureo sono disseminati nell'intero continente, le
varianti antibiotico-resistenti, chiamate MRSA (acronimo di
Stafilococco aureo resistente alla meticillina), che
frequentemente infettano i pazienti ospedalizzati, sono spesso
raggruppate per area geografica, e tipi identici si trovano in
Paesi limitrofi. Dallo studio emerge che i pazienti con infezione
da MRSA presentavano una mortalita' (definita 14 giorni dopo il
primo isolamento batterico) pari al 20%, significativamente piu'
alta di quelli con infezione da ceppi sensibili di Stafilococco
aureo (13%). In Italia, a fronte di diversi tipi di ceppi
sensibili, sono stati trovati pochi tipi MRSA: il piu' tipico
appartiene al raggruppamento Nord Balcanico-Adriatico
identificato come t041, che e' stato trovato nell'Italia del Nord
e Centrale. I ricercatori spiegano la differenza tra i ceppi
sensibili e resistenti agli antibiotici di Stafilococco aureo con
il fatto che gli MRSA sono apparsi solo negli ultimi 40 anni e,
quindi, non hanno ancora avuto il tempo di diffondersi, mentre i
ceppi sensibili colonizzano l'uomo probabilmente da milioni di
anni. È probabile che la diffusione locale di MRSA sia
primariamente dovuta a pazienti colonizzati che sono ricoverati
piu' volte in ospedali diversi. Pertanto il controllo della
trasmissione e diffusione dei ceppi MRSA all'interno di un
ospedale, o tra ospedali diversi, e' possibile. Questo e' il
primo esempio di epidemiologia "spaziale" per mappare i ceppi
batterici. In futuro questo approccio potra' essere utilizzato
per mappare altri tipi di batteri e permettera' di riconoscere
cloni con particolare virulenza e generare ipotesi sulla
trasmissibilita' e sulla pericolosita' di cloni diversi.
Plos Medicine e' una rivista Open Access e la mappa "spaziale"
dei ceppi esaminati nello studio e' consultabile dal link
www.spatialepidemiology.net
(Wel/ Dire)