DUE VARIANTI GENETICHE AUMENTANO PERICOLO DI MALATTIE CRONICHE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 gen. - Mantenere sano il
cuore soltanto tenendo a bada il colesterolo, stando ai risultati
di una ricerca internazionale pubblicata sul New England Journal
of Medicine, non basta. Anche la presenza eccessiva di
lipoproteina A nel sangue aumenterebbe, infatti, il rischio di
infarto in percentuali ragguardevoli. La ricerca ha preso in
esame il patrimonio genetico di circa 16 mila cittadini europei,
arrivando alla conclusione che due varianti del gene Apo-A
rappresentano la causa dell'aumento della lipoproteina A nel
sangue, il che a sua volta aumenta il rischio di insorgenza di
malattie coronariche. Secondo i dati, una persona su sei presenta
una delle due varianti e un rischio di infarto raddoppiato
rispetto ai soggetti senza alcuna variante, e chi presenta
entrambe le varianti rischia quattro volte di piu' degli altri.
Lo studio, denominato Procardis, e' frutto della collaborazione
fra l'Istituto Mario Negri di Milano, il Wellcome Trust Centre e
la Clinical Trials Service Unit di Oxford, il Karolinska
Institute di Stoccolma e l'Universita' di Munster, in Germania.
La coordinatrice della ricerca in ambito italiano, Maria
Grazia Franzosi del Mario Negri, ha illustrato i dettagli dello
studio: "La lipoproteina A e' un fattore di rischio
cardiovascolare indipendente da quelli tradizionali come
colesterolo totale, ipertensione, diabete, obesita' e fumo. I
suoi effetti si sommano quindi a quelli dei fattori di rischio
piu' conosciuti. Si conosce ancora poco di questa lipoproteina ed
e' un tipo di colesterolo cui si dovra' dedicare piu' attenzione
nell'immediato futuro. La dieta, l'esercizio fisico e le statine
sono poco efficaci nell'abbassare i suoi livelli- prosegue la
ricercatrice- mentre sembrano funzionare alcuni farmaci esistenti
da tempo come la niacina e altri in arrivo sul mercato. Il nostro
studio apre nuove strade per la ricerca di trattamenti efficaci
nella prevenzione. Ora che sappiamo che la lipoproteina A e'
causa di malattia coronarica- conclude Franzosi- sara' opportuno
condurre studi clinici per valutare se i farmaci che ne riducono
i livelli prevengono l'infarto".
La nota positiva e' che il rischio rappresentato dalla
lipoproteina e' comunque inferiore a quello causato da livelli
elevati di colesterolo "cattivo". La speranza dei ricercatori e'
che la cura di entrambi i fattori possa diminuire in maniera
ulteriore il pericolo di un infarto.
(www.italiasalute.leonardo.it)
(Wel/ Dire)