I DATI DI UNA RICERCA DELL'UNIVERSITÀ DI PISA PER COOP ITALIA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 gen. - Quattro persone su
dieci confondono i farmaci da banco, acquistabili senza
prescrizione medica, con i generici o equivalenti, che hanno lo
stesso principio attivo del corrispondente farmaco di marca, da
banco e non. Sei su dieci conoscono il significato di parole come
"interazione" e "controindicazione", ma confondono il concetto di
"controindicazione" - che e' un divieto di utilizzo del farmaco
per alcune categorie di persone - con quello di "effetti
collaterali", ovvero le reazioni indesiderate che possono
avvenire dopo l´assunzione del farmaco. E ancora, quattro su
dieci non riescono a calcolare la dose massima di un farmaco da
prendere piu' volte al giorno in quantita' variabili. Questi sono
solo alcuni dei risultati di una ricerca sui farmaci da banco che
l´Osservatorio della comunicazione sanitaria dell´universita' di
Pisa ha condotto per Coop Italia. Su oltre 1400 persone
intervistate, il 68% di queste aveva un´istruzione medio-alta,
diploma o laurea.
Nonostante per legge i foglietti illustrativi dei farmaci da
banco siano semplificati rispetto a quelli dei prodotti
prescritti dal medico, non sembra bastare. Il 23% degli
intervistati, infatti, risponde che "il foglietto allarma", il
10% che "confonde". Secondo i ricercatori dell'universita' di
Pisa, dunque, "le indicazioni dei farmaci non sono correttamente
interpretate e applicate da molti". Non e' chiaro, infatti, se
"evitare l'uso prolungato" e' riferito a giorni, settimane o
mesi. E ancora, perche' non sostituire "stipsi" con "stitichezza"
visto che molti non la riconoscono come sinonimo? "Nel nostro
Paese non c´e' purtroppo la tendenza alla semplificazione che
invece esiste nei paesi anglosassoni- dice Alessandra Di Marzio,
farmacista e coautrice della ricerca Coop- basterebbe, infatti,
semplificare ulteriormente le indicazioni contenute nei
bugiardini dei farmaci da prescrizione, cosi' come avviene gia'
per quelli da banco".
(Wel/ Dire)