(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 feb. - Per sostenere
Salvatore Crisafulli, l'uomo che da 7 anni e' in stato vegetativo
e che la famiglia vorrebbe portare in Belgio per morire, la
Regione Sicilia "non ha fatto abbastanza". È quanto ha detto il
fratello di Salvatore, Pietro. "Dopo che ho denunciato attraverso
i media la mia situazione- spiega- ho ricevuto molte telefonate
di famiglie che vivono il mio stesso dolore. Durante un
telegiornale, pero', ho sentito il ministro della regione Sicilia
Raffaele Lombardo che diceva che non poteva fare niente di cio'
che io e la mia famiglia abbiamo chiesto, nonostante quando venne
a Catania a trovare mio fratello Salvatore ci promise che avrebbe
fatto qualcosa. Oggi, invece, invita a ricoverare Salvatore in
una struttura e allora mi chiedo- continua Crisafulli- se ci sono
i soldi per finanziare una struttura, come mai non ci sono i
fondi per finanziare un progetto individualizzato di tipo
ospedaliero domiciliare? Questa e' una falsita', perche' io
conosco oltre 1.200 casi al nord che hanno progetti
individualizzati". Dunque il comune di Catania non ha fondi, ma
la Regione cosa ha fatto? "La Regione Sicilia- risponde Pietro
Crisafulli- dice che ha tutti i servizi e che segue Salvatore
tutti i gironi, ma l'assistenza che gli forniscono e' quella che
normalmente si da' alle persone anziane e non e' adatta ad una
situazione come quella di Salvatore. Per le persone come mio
fratello servono solo dei progetti individualizzati, ma, che sia
chiaro, ormai non c'e' piu' tempo perche' noi siamo con le spalle
al muro. La festa di Sant'Agata allunga, ma solo per adesso, la
vita di mio fratello".
Con il rapporto dei Nas sulla vicenda di Salvatore Crisafulli,
"si fara' ulteriore chiarezza sull'assistenza effettivamente
fornita dai servizi socio-sanitari locali e sara' possibile
individuare meglio i problemi che si possono risolvere". Cosi' il
sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, che aggiunge:
"Sugli stati vegetativi il governo ha posto particolare e
immediata attenzione, stanziando fondi vincolati (10 milioni di
euro alle Regioni per il 2009) e mantenendo anche per il 2010 i
500 milioni per il Fondo per la non autosufficienza destinati
all'assistenza domiciliare"."Sappiamo- continua Roccella- che
quando si vive una situazione come questa la solitudine e la
disperazione sono sempre dietro l'angolo, ma l'eutanasia non e'
una soluzione: ci sono molte altre possibilita', per esempio
l'accoglienza in ottime strutture che gia' si sono offerte. Noi-
chiude- faremo comunque il possibile perche' a Salvatore sia
garantita una assistenza qualificata e invitiamo i familiari a
ripensare alla loro decisione".
(Wel/ Dire)