(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 dic. - L'accordo sul
federalismo fiscale siglato in Conferenza unificata "ha sancito
che il blocco del turn over e il taglio del 50% della spesa per i
precari non si applicano agli enti del Servizio sanitario
nazionale delle Regioni che non sono interessate ai piani di
rientro. E' giusto, e' quello che abbiamo chiesto, che Regioni
con livelli di compatibilita' economica positivi possano
programmare piani occupazionali e di stabilizzazione del lavoro
precario in un idea di rafforzamento dei servizi ai cittadini e
di innalzamento della qualita' delle prestazioni". Cosi' Cecilia
Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil e Massimo Cozza, Segretario
nazionale Fp-Cgil Mediciosservando che "non e' assolutamente
giusto ne' moralmente accettabile, che questa opportunita' sia
negata aprioristicamente e centralmente a quei territori nei
quali (praticamente piu' o meno la meta' delle realta' regionali)
la scarsa possibilita' di accesso alle prestazioni, la
precarieta' dei servizi, gli interventi riduttivi dei piani di
rientro gia' compromettono la debole tenuta dei sistemi sanitari
di quelle regioni e la caratteristica universale del diritto alla
salute per i cittadini. Resta, infatti, ancora tutto da
affrontare il nodo centrale e prioritario rappresentato da circa
40.000 operatori della sanita', medici compresi, delle Regioni
con piani di rientro dal Lazio alla Campania, dalla Sicilia alla
Calabria, dalla Puglia all'Abruzzo, dal Piemonte al Molise".
Per la Fp "si tratta di operare una scelta intelligente che
sia veramente garante dei diritti di tutti e di decidere che i
servizi sanitari ai cittadini non possono essere frammentati e
selezionati in relazione alla latitudine dei rispettivi sistemi
sanitari". Quindi "continua una battaglia con la precisa
richiesta di procedere alla proroga dei contratti di lavoro in
scadenza e all'immediato avvio dei percorsi di stabilizzazione
anche per le regioni escluse dall'intesa di ieri sul federalismo".
(Wel/ Dire)