(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 dic. - Il rapporto Amref
presentato oggi alla Farnesina fa il punto sulle inadempienze
della Cooperazione italiana a seguito dei tagli decisi dalla
legge finanziaria 2011.
Le risorse diminuiscono de 45%. Ci saranno 175 milioni di euro,
ma sottratti impegni precedenti e spese di gestione del ministero
degli Esteri, rimarranno solo 100 milioni di euro. Per il fondo
globale, mancano i 260 milioni di euro promessi entro fine 2010 e
l'Italia e' tra i pochissimi paesi donatori a non essersi ancora
impegnato a rifinanziare il fondo nei prossimi tre anni. Il
documento analizza il 'sistema Italia' della cooperazione in
ambito di interventi per rafforzare il personale sanitario nei
paesi in via di sviluppo. È stato realizzato in vista del secondo
forum globale sul personale sanitario organizzato
dall'Organizzazione mondiale della sanita' a Bangkok in
Thailandia dal 25 al 29 gennaio 2011. Un importante appuntamento
in cui la comunita' internazionale si riunisce per valutare lo
stato dei fatti in vista degli obiettivi del millennio.
Amref ha svolto una mappatura dei soggetti italiani di
cooperazione internazionale impegnati in quest'area secondo due
criteri: le risorse economiche investite e le policies. Gli enti
mappati sono stati il ministero degli Esteri e quello
dell'Economia, l'Istituto superiore di sanita', due regioni
italiane leader in cooperazione (Toscana e Lombardia), le piu'
importanti Ong e alcune fondazioni. Emerge la necessita' di
aumentare le risorse, dedicando al sostegno del personale
sanitario il 25% di ogni finanziamento italiano per la salute
globale. Un budget difficile da definire secondo Maria Jose'
Calde's, della cooperazione della regione Toscana. "E' difficile
avere la tracciabilita' dell'attivita' di formazione nei progetti
di cooperazione perche' si mescola con l'assistenza" spiega
Caldes.
Al sistema Italia di cooperazione in campo sanitario, Amref
raccomanda soprattutto di evitare squilibri e distorsioni nei
sistemi sanitari dei paesi partner in cui si svolgono i progetti.
A tal fine, chiede di armonizzare le retribuzioni che sono spesso
molto piu' alte di quelle pubbliche nei paesi in via di sviluppo
e questo incentiva la migrazione del personale sanitario verso il
Nord del mondo. Per questo raccomanda anche un 'monitoraggio'
delle migrazioni di personale sanitario straniero in Italia.
Inoltre e' necessario incentivare la formazione 'pre-service'
rispetto a quella 'in-service', cioe' i corsi di laurea in
medicina e scienze infermieristiche al posto dei corsi per
personale gia' qualificato. È piu' costoso e a lungo termine ma
assicura un impatto migliore per incrementare il personale
sanitario dei paesi in via di sviluppo.
(Wel/ Dire)