(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 dic. - Attenzione
sull'accesso al mondo del lavoro e alla cultura come strumenti
fondamentali per garantire l'integrazione del cittadino non
vedente nella societa'. Cade oggi, 13 dicembre, l'annuale
"Giornata nazionale del cieco", giunta alla sua 52esima edizione:
un'occasione per ricordare come l'istruzione e la scuola siano
fondamentali per formare un cittadino istruito e consapevole, e
come il lavoro rappresenti una forma di autonomia e di
uguaglianza. L'Unione italiana ciechi e ipovedenti mette in
risalto il tema della giornata ricordando che "l'inserimento a
pieno titolo nella societa' non puo' mai prescindere dal pieno
sviluppo delle potenzialita' personali, delle inclinazioni, delle
passioni" e che "nella vita di oggi gli aspetti immateriali, la
conoscenza, il sapere, diventano armi formidabili per
l'affermazione di se', in ogni ambito, al di la' di ogni
difficolta'".
Sul versante della cultura, afferma il presidente Tommaso
Daniele, "di questi tempi il processo di integrazione scolastica
dei nostri ragazzi subisce un momento di crisi, con i tagli dei
fondi al ministero dell'Istruzione che provocano sofferenza
all'area del sostegno e delle attivita' integrative speciali,
compromettendo la possibilita' di una formazione integrale". Ma
oltre alla scuola, grandi passi avanti sono stati fatti sul
versante dell'accessibilita' alal cultura, con le esperienze dei
musei tattili e quelle del libro parlato, oltre al progetto "Lia"
(Libro italiano accessibile) che promette di mettere a
disposizione dei ciechi e degli ipovedenti italiani le principali
novita' editoriali in tempo reale, contemporaneamente all'uscita
in libreria della versione cartacea, il tutto nel pieno rispetto
del diritto d'autore (un progetto del Ministero dei Beni
culturali per il quale sono stati stanziati 2 milioni e 750 mila
euro).
Sul versante del lavoro, sono circa 14 mila i lavoratori non
vedenti, 8500 dei quali svolgono un lavoro di centralinisti
telefonici. Quella che pero' un tempo rappresentava una delle
piu' comuni possibilita' lavorative, oggi e' messa in crisi dalle
nuove tecnologie, il che costringe i giovani alla necessita' di
intraprendere nuove strade. Tra le "nuove" figure professionali,
ci sono certamente quelle individuate gia' dieci anni fa dal
cosiddetto "decreto Salvi: l'addetto alle informazioni alla
clientela e agli uffici relazioni con il pubblico, l'addetto alla
gestione e utilizzazione di banche dati e ancora l'addetto ai
servizi di telemarketing e di telesoccorso. Ma - fa notare
l'Unione ciechi - da dieci anni, cioe' dal momento stesso della
loro definizione, si attende l'adozione dei relativi programmi
formativi "senza i quali e' sostanzialmente impossibile spostarsi
dalla teoria alla pratica: col tempo, le speranze e le
aspettative che allora erano state suscitate si sono sbiadite, e
fra i giovani ciechi insieme alla delusione si fa sempre piu'
strada l'impazienza e l'insofferenza per l'assenza di nuovi
sbocchi lavorativi". Fra le novita' possibili, poi, ci sono
l'ampliarsi di figure come il valutatore e lo sviluppatore di
pagine web, l'archivista nella gestione documentale, l'addetto al
protocollo elettronico: ruoli e mansioni che pero' necessitano
prima del riconoscimento e poi dell'avvio dei necessari progetti
di formazione.
"Uno degli aspetti fondamentali - spiega il presidente Daniele
- rimane il controllo del rispetto della quota di riserva in
favore dei portatori di handicap in sede di collocamento
obbligatorio (legge 68/99) e delle norme stabilite dalla legge
Stanca (n° 4/2004) per la Pubblica Amministrazione in termini di
maggiore accessibilita' e usabilita'. Insieme al controllo -
aiggiunge - serve pero' anche accompagnamento, formazione e
attenzione alla persona nel cammino verso e dentro il mondo del
lavoro: su questa strada l'Unione continuera' ad impegnarsi".
(Dire - Redattore Sociale)
(Wel/ Dire)