SALUTE. OBESITÀ, "EMERGENZA SOCIALE CHE CREA NUOVI DISABILI"
AL CONGRESSO SIO - LAZIO, LA DENUNCIA DELLA PRESIDENTE CIDO
(DIRE - Notiziario Sanita') Viterbo, 13 dic. - "L'obeso e' un
disabile a tutti gli effetti e iniziare a consideralo tale e' un
primo passo per la gestione di una invalidita' contenibile". Ad
affermarlo e' Angela Ferracci, presidente del Comitato italiano
per i diritti delle persone affette da obesita' e disturbi
alimentari (Cido), che ha partecipato al 4^ Congresso della
sezione regionale Sio - Lazio (Societa' italiana di obesita'),
dal titolo "Emergenza obesita'". La condizione delle persone
obese, le difficolta' quotidiane che trovano nelle piccole come
nelle grandi cose, i problemi relazionali e quelli di salute,
sono per lo piu' sconosciuti perche' l'obeso "tende a
nascondersi, si vergogna della sua condizione e vive la propria
malattia come una peccato- denuncia Ferracci- colpa di un ritardo
culturale che acceca anche le Istituzioni e che vede nell'obeso
l'unico responsabile della propria condizione correlata solo a
precise scelte personali".
Secondo la presidente Cido, per il 70% questa malattia e'
sicuramente da imputare ad un problema psicologico, per il 30% ha
una componente genetica. "Non riconoscendo questa patologia come
una malattia cronica e invalidante- prosegue Ferracci- i costi
sociali saranno sempre piu' alti e sempre piu' a carico
dell'obeso. In Italia, per capirci, ci sono solo due centri
pubblici che sono addetti alla cura e alla riabilitazione, in
Umbria e in Piemonte, gli altri sono centri privati accreditati.
Cio' che accomuna entrambe le tipologie di strutture e' l'accesso
al ricovero che deve essere motivato da un evento acuto
(emorragia, ictus o infarto). Diversamente il ricovero per il
Sistema Sanitario Nazionale non e' rimborsabile".
L'appello di Angela Ferracci, dunque, e' rivolto in
particolare alle istituzioni: "Dal 2003- dice- e' ferma una
proposta di legge presentata dal senatore Antonio Tomassini,
presidente della Commissione Sanita' del Senato, e che prevede
proprio il riconoscimento dell'obesita' come malattia cronica e
invalidante. Ma mentre le altre malattie vengono giustamente
riconosciute, di questa non se ne parla, perche'- spiega- le
persone stesse che ne soffrono si vergognano al punto di non
scendere in piazza per difendere i propri diritti. Secondo un
recente studio dell'Istituto S.Anna di Pisa- conclude Ferracci-
un giovane di 18 anni obeso costa, al Sistema sanitario
nazionale, 100 mila euro in piu' di un normopeso. Questo dato
dovrebbe far riflettere sull'entita' del problema".
(Wel/ Dire)
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